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"Questo squadrismo...". Il piagnisteo di Saviano sul caso Rai

"L'Italia è un Paese che mette paura". Lo scrittore campano si straccia le vesti dopo la cancellazione del suo programma in Rai e ipotizza complotti: "Decisione politica. Strategia dei media di destra..."

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Il piagnisteo è cominciato a tempo zero. Accentuato come sempre da espressioni forti, esasperate, singhiozzanti. Prendete ad esempio questa, rilasciata da un avvilito Roberto Saviano al Corriere odierno: "L'Italia è un Paese che mette paura. Subisco attacchi violentissimi". Accidenti, roba da preoccuparsi. Poi si scopre che l'indignazione dello scrittore è dovuta al fatto che in Rai gli abbiano cancellato un programma di prima serata previsto per la prossima stagione tv. Analoghe mosse a Viale Mazzini accadono da una vita, ma - chissà perché - se riguardano l'autore di Gomorra sembra sia la fine del mondo. E il soccorso rosso entra subito in azione, scomodando termini come "epurazione" o "censura". Di stampo fascista chiaramente.

"Decisione politica". Saviano contro la Rai

I vertici del servizio pubblico hanno in realtà spiegato le motivazioni del provvedimento: il linguaggio di Saviano sarebbe incompatibile con il codice etico aziendale. L'autore, infatti, aveva definito Matteo Salvini "ministro della Mala Vita" ed è sotto processo per aver bollato il leader leghista e Giorgia Meloni come "bastardi" (accadde in una puntata di Piazzapulita del 2020). Espressioni che peraltro il diretto interessato non ha mai ritrattato. Ora, però, secondo Roberto quella della Rai sarebbe "una decisione politica che si inserisce nella strategia più ampia di usare le azioni giudiziarie come grimaldello per impedirti di lavorare". E guai a ricordargli che, nei giorni scorsi, anche Filippo Facci era incappato suo malgrado in una similie decisione da Viale Mazzini.

"Esplicito mandato". Il complotto immaginario

"Facci ha attaccato una persona inerme per difendere il potere. Io ho attaccato il potere. In realtà l'equiparazione (tra i due casi, ndr) è una strategia politica dei media di destra", replica lo scrittore, evocando una sorta di complotto mediatico nei suoi confronti. E ancora, su La Stampa: "Il paragone fra me e Filippo Facci lo cavalcano i giornali di destra su esplicito mandato politico". In realtà in molti sono convinti che a Saviano sarebbe bastato utilizare un linguaggio diverso per esprimere le proprie idee e nessuno gli avrebbe rotto le scatole. "Stiamo parlando di politici violentissimi, che bersagliano disperati che muoiono in mare, che dichiarano di voler affondare navi–ambulanza e definiscono queste tragedie 'crociere': li chiamiamo 'birichini'? Pago io per le parole spese per attirare l'attenzione sul loro scempio", ha però replicato l'autore di Gomorra sul Corriere.

"Fosse aziendale, dovrebbero epurare mezza Rai in virtù del codice etico, da Bruno Vespa a Nunzia De Girolamo a Luca Barbareschi", ha anche rilanciato Roberto, con un'argomentazione alquanto debole. Poi altre assurde staffilate all'esecutivo. "La Rai è proprietaria delle quattro puntate già registrate e a questo punto credo il governo abbia tutto l'interesse a censurare un programma sul potere mafioso", ha continuato Saviano, dimenticando forse che il servizio pubblico si può comunque occupare di mafie anche con altri programmi e altri suoi giornalisti.

"L'Italia mette paura"

Ma a colpire è soprattutto la lamentela con cui lo scrittore si è rivolto al Corriere stamani. "Mi pesa la continua diffamazione, mi pesano gli attacchi personali a opera dei media di destra. Mi pesa questo squadrismo contro gli intellettuali — non sono il solo — fatto su mandato di una parte politica. Sono attacchi violentissimi e quotidiani che non avvengono in nessun'altra democrazia avanzata", ha affermato Saviano.

E ancora: "In Europa, Media freedom rapid response ha incluso le cause contro di me tra i casi 'azioni legali strategiche contro la partecipazione pubblica'. L’Italia è un paese che mette paura".

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