
La demenza è una condizione caratterizzata dal progressivo deterioramento dello stato cognitivo. Ciò comporta una compromissione delle varie funzioni cerebrali (memoria, linguaggio, ragionamento, capacità di orientamento) e un'alterazione della personalità e del comportamento.
Secondo uno studio condotto lo scorso anno dagli scienziati del National Taiwan University Hospital, esiste una relazione tra la stessa e i disturbi del sonno. La conferma è giunta da una ricerca più recente nata dalla collaborazione fra studiosi inglesi e americani e pubblicata sulla rivista "Nature".
Le cause e i sintomi della demenza
La demenza riconosce numerose cause, tuttavia nella maggior parte dei casi è la conseguenza di condizioni patologiche degenerative cerebrali, come il morbo di Alzheimer e la malattia a corpi di Lewy.
Ricordiamo, però, che il declino cognitivo può dipendere anche da altre condizioni. Ad esempio il morbo di Parkinson, la corea di Huntington e l'infezione da HIV. Non bisognano, infine, sottovalutare i danni cerebrali causati da ictus e traumi e l'abuso prolungato di alcol.
Come già detto, la demenza si manifesta con un deterioramento delle funzioni cognitive. Generalmente l'esordio è graduale, dunque i sintomi possono anche non essere notati subito.
Uno dei più comuni è la perdita di memoria a breve termine. Rientrano nella sintomatologia anche la difficoltà a compiere azioni quotidiane, l'afasia, il senso di smarrimento dei luoghi familiari, la perdita del senso del tempo.
Non meno importante è la sintomatologia della sfera psico-comportamentale: aumento dell'aggressività, perdita dell'inibizione, apatia, isolamento sociale, ansia, allucinazioni e depressione.
La demenza e i disturbi del sonno
Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, un quarto della popolazione europea soffre di insonnia. Diverse ricerche hanno dimostrato in passato l'associazione bidirezionale tra le problematiche neurologiche e i disturbi del sonno. Ad esempio molti individui con diagnosi di demenza sperimentano anche difficoltà notturne di varia natura le quali, a loro volta, favoriscono l'accumulo nel cervello della cosiddetta placca amiloide.
Inoltre è stata riscontrata una correlazione tra l'apnea ostruttiva del sonno (un disturbo primario caratterizzato dal collasso delle vie aeree che porta a brevi interruzioni della respirazione) e il morbo di Alzheimer. I problemi legati al cattivo riposo notturno non solo possono verificarsi molto presto nell'Alzheimer, ma sono altresì in grado di precedere l'avvento della sintomatologia cognitiva.
Lo studio
Sebbene, dunque, l'associazione tra il sonno e i disturbi neurologici sia ampiamente riconosciuta, non è ancora in parte chiaro il motivo per cui l'alterazione dei ritmi circadiani contribuisca all'eziologia della demenza o se essa sia solo una conseguenza della malattia.
Il nuovo studio ha fornito una risposta a questo e ad altri quesiti. Fondamentale a tale proposito è stata l'analisi di più di un milione di cartelle cliniche elettroniche provenienti dalle biobanche di Galles, Regno Unito e Finlandia. Esse hanno fornito informazioni importanti, come sintomi, diagnosi e interventi clinici.
Gli scienziati sono giunti a delle conclusioni molto interessanti. L'analisi ha evidenziato che l'insonnia e l'apnea ostruttiva del sonno sono associate al rischio di Alzheimer, sclerosi laterale amiotrofica, demenza, morbo di Parkinson e demenza vascolare in tre biobanche nazionali.
Inoltre i fattori del sonno che possono predire ben 15 anni prima l'avvento delle problematiche cognitive, incrementano la possibilità di sviluppare Alzheimer e Parkinson anche nei soggetti a basso rischio genetico.
Ora sono necessari ulteriori approfondimenti.
Tuttavia questa scoperta è importante perché la diagnosi e il trattamento dei disturbi del sonno (somministrazione di farmaci, uso delle macchine CPAP) possono essere impiegati come intervento precoce per scongiurare la probabilità di soffrire di demenza.Leggi anche: