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Bufera sulla 'drangheta in Nord Italia Lega a Saviano: "Accecato dai soldi"

Lo scrittore: "Dov'era la Lega mentre la 'ndrangheta si infiltrava?". Castelli: "Antimafia a pagamento". Marina Berlusconi: "Lo rispetto ma accetti le critiche"

Bufera sulla 'drangheta in Nord Italia 
Lega a Saviano: "Accecato dai soldi"

Milano - Saviano contro la Lega. Il Carroccio contro lo scrittore. Ancora una volta. Oggetto del contendere l'infiltrazione della 'ndrangheta al Nord. Lo scrittore denuncia a Vanity Fair: "La Lega ha sempre detto che certe cose al Nord non esistono, dov'era quando succedeva questo negli ultimi dieci anni dove loro governavano?". La replica stizzita è di Roberto Castelli, ex Guardasigilli e viceministro ai Trasporti: "Noi abbiamo fatto i fatti, anni concreti, dal '93. Non ci siamo arricchiti con i libri. Basta con l'antimafia a pagamento".

Saviano contro la Lega "La Lega ci ha sempre detto che certe cose al Nord non esistono, ma l’inchiesta sulle infiltrazioni della ’ndrangheta in Lombardia racconta una realtà diversa. Dov’era la Lega quando questo succedeva negli ultimi dieci anni laddove ha governato? E perché adesso non risponde?" dice Roberto a Vanity Fair, che gli dedica la copertina del numero in edicola da domani, quattro anni dopo Gomorra. Nella lunga intervista Saviano parla del suo futuro in Mondadori: "Resterò in Mondadori e Einaudi fino a quando le condizioni di libertà saranno garantite fino in fondo, anche per non lasciare alla proprietà di decidere i libri e le prospettive culturali di una casa editrice che ha una storia gloriosa. La casa editrice sino a ora è stata di chi ha fatto i libri: editor, ufficio stampa, redattori. È ovvio che dopo l’attacco di Marina Berlusconi per me molto è cambiato. Devo valutare molti fattori: quanto la proprietà incide sulle scelte, quanto permetterà ancora che ci sia libertà e su alcuni libri si possa continuare a puntare. Marina Berlusconi dice che non si dovrebbero più scrivere libri che 'danno quest’immagine dell’Italia'. Allora, forse, non ha letto Gomorra. In Gomorra racconto storie di resistenza, soprattutto. È se stiamo zitti che diamo una cattiva immagine del Paese. Un giorno mi piacerebbe spiegarglielo che raccontare del potere criminale ha significato dire al mondo che non siamo un Paese di omertosi. E che il miglior apporto che si possa dare a un Paese è quello di non nascondere i propri problemi". Saviano non rinnega Gomorra, "lo riscriverei, ma sarei falso se le dicessi che lo amo. Perché mi ha tolto tutto: io volevo solo diventare uno scrittore".

Il Carroccio attacca "Leggo dalle agenzie di stampa che Saviano fa alcune domande sulla Lega e si chiede perché non rispondiamo. Rispondo subito. Saviano è accecato e reso sordo dal suo inopinato successo e dai soldi che gli sono arrivati in giovane età. Unica sua scusante rispetto alle sciocchezze che dice sulla Lega è che, quando noi combattevamo contro la sciagurata legge del confino obbligatorio che tanti guai ha portato al Nord, aveva ancora i calzoni corti". Questa la replica pungente del sottosegretario alle Infrastrutture e senatore della Lega Nord, Roberto Castelli. "Se nulla sa della storia della Lombardia, vada a rileggersi - è il suggerimento di Castelli a Saviano - la storia della battaglia che la Lega fece a Lecco a iniziare dal ’93 contro i clan della ’ndrangheta. Atti amministrativi precisi, fatti concreti. Non ci siamo limitati a scrivere quattro cose e a partecipare a quattro conferenze. Né siamo diventati ricchi per questo. Abbiamo corso solo rischi. Infine un invito: vediamo che continua a fare pubblicità al suo libro.

La smetta, perché gli antimafia a pagamento - conclude Castelli - sono sempre meno credibili".

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