Ciro Grillo: "Sarò papà". Chiesti 9 anni, il pm: "Hanno sofferto anche lui e gli amici"

Ieri il 24enne ha parlato per la prima volta aula, annunciando che diventerà padre il prossimo dicembre. L'accusa chiede il carcere, ma anche le attenuanti generiche: "Parliamo di sei ragazzi che allora avevano 19 anni"

Ciro Grillo: "Sarò papà". Chiesti 9 anni, il pm: "Hanno sofferto anche lui e gli amici"
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La procura di Tempio Pausania ha chiesto una condanna a 9 anni di carcere con le attenuanti generiche e le conseguenze accessorie per Ciro Grillo, figlio del fondatore del Movimento 5 Stelle, e i suoi tre amici genovesi, Edoardo Capitta, Vittorio Lauria e Francesco Corsiglia, accusati di violenza sessuale di gruppo nei confronti di una studentessa italo-norvegese, Silvia (nome di fantasia). Il presunto stupro avvenuto nella notte tra il 16 e il 17 luglio del luglio 2019 nella residenza estiva di Grillo jr a Cala di Volpe, in Sardegna. "Non è stato un processo facile, ci siamo impegnati senza farci travolgere dalle emozioni. Tutti questi ragazzi e ragazze sono stati coinvolti in una vicenda più grande di loro per la quale hanno sofferto e stanno soffrendo", ha detto il pm Gregorio Capasso al termine della requisitoria. Gli avvocati di parte civile hanno chiesto risarcimenti per un totale di 150mila euro.

Le richieste di risarcimento

I legali Giulia Bongiorno e Dario Romano, che assistono la studentessa italo-norvegese, hanno sollecitato i giudici del tribunale di Tempio Pausania, dove si celebra il processo, a riconoscere una provvisionale non inferiore a 100mila euro, chiedendo al contempo un risarcimento "di tutti i danni patrimoniali e non patrimoniali, ideologici, morali ed esistenziali da quantificare secondo giustizia". Ammonta invece a 50mila euro di risarcimento e a 20mila euro di provvisionale, oltre al pagamento delle spese processuali, la richiesta degli avvocati Vinicio Nardo e Fiammetta Di Stefano, che tutelano l'altra parte offesa, Roberta, l'amica di Silvia. La ragazza venne immortalata in foto a sfondo sessuale, a sua insaputa, mentre dormiva sul divano nel soggiorno della villetta in cui si sarebbe consumata la presunta violenza sessuale.

Avvocato Bongiorno, legale studentessa: "Atti fanno venire i brividi"

Dopo le richieste di condanna formulate dal pm, l'udienza di oggi è proseguita con l'arringa dell'avvocato Giulia Bongiorno. "È mio dovere richiamare puntualmente alcuni atti. Inizio dicendo che quel 'tr…' della mia assistita prima non lo era, ma dopo la vodka lo è diventata. - ha esordito Bongiorno -Secondo me giuridicamente basterebbero queste parole per definire tutto. Viene ripetutamente definita 'tr...' non perché lo era all'inizio, ma perché lo diventa dopo tanto così di vodka. Atti che fanno venire i brividi". Nel corso del suo intervento, l'avvocato si è soffermato sull'esame testimoniale di Silvia: "La mia assistita è stata sentita in quest'aula con un esame che è durato 35 ore. Le sono state poste 1.675 domande, la commozione l'ha travolta per 18 volte, al punto che è stato necessario interrompere l'udienza. - ha precisato - Non so se nella storia giudiziaria esiste un'altra teste alla quale sono state rivolte 1.675 domande. Resterà credo cristallizzato in questo processo il fatto che il contraddittorio non è stato limitato". Quanto al presunto stupro, Bongiorno ha sottolineato che "la violenza nei confronti delle donne nasce da una discriminazione dell'uomo nei confronti delle donne".

"Si è sentita usata come un oggetto"

Subito dopo è intervenuto l'avvocato Vinicio Nardo, legale di Roberta. "Emerge un concetto oggettivo nel modo di fare, di scattare le foto e poi commentarle nelle chat, e di operare dei ragazzi, un esercizio mentale di potere sulla persona che in quel momento stava dormendo. Ed è come si è sentita la ragazza, usata, un oggetto", ha detto Nardo durante la sua arringa. Poi ha proseguito: "Manca solo la piaga sulla pelle, ma quella sull'anima c'è tutta Non possiamo parlare di semplice violenza privata solo perché non c'è stato un contatto fisico tra i genitali e il viso della persona che dormiva. Abbiamo foto, video, una persistenza del danno apportato alla ragazza". E infine: "La mia assistita ha sicuramente subìto un reato e ha un diritto risarcitorio".

Le difese degli imputati: "Abbiamo prove dell'innocenza"

"Ci aspettavamo una richiesta di condanna ad una pena molto elevata". Così l'avvocato Gennaro Velle, che assiste Francesco Corsiglia con la collega Antonella Cuccureddu, ha commentato le richieste di condanna formulate dal pm. "Nella nostra discussione faremo rilevare tutti quelli che sono gli elementi che tolgono attendibilità alla persona offesa e le prove che ci sono sull'innocenza del mio assistito. - ha proseguito il legale - Certamente non è finita qui, attenderemo poi il verdetto dei giudici, ma abbiamo tutte le frecce nel nostro arco per arrivare, speriamo, ad una conclusione positiva del processo".

I capi d'imputazione

Le attenuanti generiche riguardano la giovane età degli imputati, a cui si aggiunge la confisca preventiva dei beni e un risarcimento. I capi di imputazione contestati dal pm sono due. Il primo fa riferimento a tre episodi: un primo approccio sessuale da parte di Corsiglia nei confronti della studessa, che lo respinge; un secondo episodio che coinvolge sempre Corsiglia, mentre gli altri, secondo l'accusa, guardano e poi intervengo; il presunto stupro di gruppo con Corsiglia che, a quanto sostiene il pm, avrebbe filmato la scena. Il secondo capo d'imputazione, invece, riguarda l'amica di Silvia, Roberta, anche lei parte civile nel processo. La giovane sarebbe stata fotografata, a sua insaputa, mentre dormiva sul divano. In quest'ultimo episodio sarebbero coinvolti Ciro Grillo, Edoardo Capitta e Vittorio Lauria.

La requisitoria del pm

Durante la requisitoria, durata circa 9 ore, tra ieri e oggi, il pubblico ministero si è soffermato sulle condizioni di inferiorità psicofisica della studentessa, all'epoca 19enne, la quale non sarebbe stata in grado di "esprimere il consenso". La giovane "aveva consumato molto alcol durante tutta la serata per locali e poi nella casa in uso a Ciro Grillo dove ha bevuto un beverone preparato dai quattro contenente vodka e lemon soda. - ha spiegato il pubblico ministero - Era a digiuno tutto il giorno e anche la sera. A questo si aggiunge la stanchezza per la giornata e nottata trascorsa". Dopodiché Capasso ha ricostruito la sequenza temporale dei rapporti intimi tra Silvia e gli imputati, definendo la versione fornita dai quattro amici genovesi "incompatibile con la logica, con le testimonianze raccolte e con il materiale acquisito durante le indagini".

L'annuncio di Ciro Grillo: "Diventerò papà"

Ieri Ciro Grillo ha parlato per la prima volta in aula: "Nessuno di noi ha mai approfittato di qualcuno o qualcosa. Ho studiato giurisprudenza proprio per questo processo e sono praticante avvocato. Credo nella giustizia e vorrei continuare a crederci", sono state le sue parole.

Nel corso dell'udienza, celebrata a porte chiuse, il 24enne è sembrato molto provato, al punto da scoppiare il lacrime durante la requisitoria del pm. Infine ha annunciato che diventerà padre il prossimo dicembre.

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