L'impronta 33, l'ultima chiamata, il sogno: "Chiara e il traffico di bimbi migranti..."

Perché l’impronta 33 potrebbe scagionare per sempre Andrea Sempio. La pista alternativa del suo avvocato sul delitto di Garlasco

L'impronta 33, l'ultima chiamata, il sogno: "Chiara e il traffico di bimbi migranti..."
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C’è un’impronta - anzi ce ne sono tante - nella villetta di Garlasco, dove Chiara Poggi è stata trucidata il 13 agosto 2007. Ma un’impronta in particolare è degna di nota: si tratta dell’impronta 33 - così l’hanno classificata gli inquirenti dell’epoca - ed è stata attribuita ad Andrea Sempio, unico indagato al momento per omicidio in concorso, all’interno delle indagini riaperte a marzo 2025.

L’impronta 33

Si trova nel vano scale che porta dal piano terra alla cantina, dove erano conservati videogame e giochi di società che Marco Poggi, il fratello di Chiara, Sempio e gli altri amici utilizzavano spesso. L’ipotesi investigativa è che Sempio si sarebbe sporto a vedere il corpo di Chiara Poggi dopo l’omicidio. Ma questa ipotesi è davvero verosimile?

La trasmissione Quarto Grado ha condotto un esperimento interessante: effettivamente l’impronta 33 potrebbe essere quella di qualcuno che si è sporto, in modo da avere una visuale del corpo. Tuttavia non ci sarebbe sangue sull’impronta: i test dell’epoca diedero riscontro negativo e inoltre è impossibile datare l’impronta stessa, il che rimette in discussione il presunto legame tra Sempio e il delitto. E c’è di più: se Sempio si fosse sporto in quel modo, avrebbe calpestato le tracce di sangue lasciate dopo l’omicidio. Bisognerà attendere gli esiti della procura, ma l’ipotesi appare labile agli occhi dell’opinione pubblica.

Le chiamate e il computer

Si è detto in questi giorni che chiamate verso la villetta di Garlasco e contenuto informatico delle ricerche di Chiara Poggi potrebbero rappresentare piste alternative, in primis quella di un presunto sicario, all’opera per conto di qualcuno che avrebbe voluto zittire la vittima per le sue presunte scoperte (ancora tutte da verificare) su uno scandalo sessuale al santuario della Madonna della Bozzola, scandalo di dominio pubblico dopo la condanna nel 2014 di due rumeni per estorsione.

C’è il fatto che al telefono fisso della villetta il giorno del delitto sono giunte quattro telefonate anonime senza risposta: alle 11.37, alle 12.46, alle 13.26 e alle 13.30. Eppure l’ultima persona che forse ha parlato al telefono con Chiara Poggi ancora in vita è probabilmente la nonna, che la sera del 12 agosto, dimenticando che il figlio fosse in vacanza in Trentino, ha chiamato a casa Poggi. “È stata mia mamma”, conferma a Quarto Grado l’informatico Paolo Reale, cugino di Chiara e consulente di parte fin dalle prime indagini. Pare che l’anziana abbia chiesto a Chiara Poggi se fosse da sola in casa e lei le avrebbe risposto che ci sarebbe stato con lei Alberto Stasi, “cosa che poi sappiamo non essere avvenuta”. Stasi era il fidanzato della vittima ed è stato condannato per l’omicidio nel 2015.

Oltre alle ricerche di articoli di attualità come pedofilia nella Chiesa Usa, anoressia, droga - articoli che Chiara Poggi teneva in un pendrive - sul suo computer ci sarebbe stata anche una cartellina con dei video intimi: “Era un archivio protetto da password ed era identificato come nascosto”, ha aggiunto Reale. Questo significa che per visualizzarli bisognava non solo conoscere la password ma anche il loro percorso. Dalle analisi emerse che nessuno li avrebbe mai visti, ma forse una ricerca mirata oggi potrebbe essere interessante: forse non darà risultati neppure in questo caso, ma non essendo mai stata fatta potrebbe rappresentare per gli inquirenti l’occasione per non lasciare nulla di intentato.

Il sicario

L’avvocato di Sempio, Massimo Lovati, ha esposto la sua ipotesi di un sicario, chiarendo che gli sarebbe venuta in sogno. “Uno è libero di pensarla come vuole, senza andare a fare denunce. Io questo sogno non l’ho fatto nel 2017, l’ho fatto nel 2007 quando ancora non ero l’avvocato di Sempio, quando come ogni addetto ai lavori ragiona e ha tratto delle conclusioni, perché secondo me Stasi è sempre stato innocente. Le bugie di Stasi che sono state sempre evidenti, non dovevano essere rivolte contro Stasi, ma bisognava verificare che quelle erano bugie di una pedina”.

Secondo Lovati, dietro al delitto di Garlasco ci sarebbe quindi “un’organizzazione criminale internazionale” dedita a “pedofilia e traffico di minori”. Incalzato da Nuzzi ha aggiunto: “L’ho sognato anche questo, ma ha avuto un riscontro su quel fatto di cronaca giudiziario dei bambini che venivano da Lampedusa”. In effetti nel 2012 un bambino venne condotto in pronto soccorso da un egiziano che non era il padre. I carabinieri perquisirono l’abitazione dell’uomo, trovando all’interno ben 15 minori non accompagnati.

Secondo le indagini, i piccoli erano migranti scappati da Lampedusa e poi giunti a Milano, dove poi sarebbero stati prelevati per essere condotti alle Bozzole. Ognuno di questi bimbi avrebbe dato all’egiziano 15 euro per essere ospite nella sua casa: l’uomo è stato poi condannato per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

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