Nuovo terremoto nell'inchiesta sull'omicidio di Garlasco e nelle sue diramazioni. L'avvocato di Massimo Lovati, Fabrizio Gallo, assunto dall'ex legale di Andrea Sempio per rappresentarlo in una querela per diffamazione avanzata dallo studio Giarda, ha espresso alle agenzie l'intenzione di rimettere il proprio mandato. Il nodo è un invito a comparire come persona informata sui fatti da parte della procura di Brescia, dove non risulta indagato. "Domani alle 16 Lovati si presenterà in Procura a Brescia da solo, senza l'assistenza di alcun difensore, in quanto convocato. Riferirà quanto già dichiarato alla stampa", ha dichiarato il suo portavoce, Alfredo Scaccia.
Questo comunicato ha colto di sorpresa il suo avvocato, Fabrizio Gallo, il quale ospite di Ore 14 ha dichiarato che "fino alle 20 di ieri sera non ero a conoscenza né di una convocazione né dell’esistenza di un addetto stampa. Non sono un pupazzo, sono pronto a togliere il disturbo". L'avvocato ha poi aggiunto che "serve rispetto, io vorrei essere avvertito di queste cose. Stanotte alle 4.30 mi è arrivato un messaggio sul cellulare, era Lovati. Verificheremo ora quello che è successo". Gallo ha poi provato a chiamare in diretta Lovati, trovando occupato, e successivamente ha riferito all'Ansa di avere appreso soltanto in queste ultime ore della nomina da parte dello stesso Lovati di un portavoce e, anche per questo motivo, quindi, ha espresso l'intenzione di "rinunciare al mandato". Poco dopo, avendo parlato con l'avvocato, Gallo ha dichiarato all'Ansa: "Gli ho parlato e ci siamo chiariti. Non lo lascio solo".
Questa mattina la procura di Brescia ha convocato gli avvocati Federico Soldani e Simone Grassi, ex difensori di Andrea Sempio nel 2017. I legali sono stati sentiti nell'ambito del fascicolo aperto dalla pm Claudia Moregola e dal procuratore capo Francesco Prete, che vede iscritti nel registro degli indagati Giuseppe Sempio e Mario Venditti. L'ipotesi di reato sulla quale si sta indagando è corruzione in atti giudiziari, secondo la quale il padre di Andrea potrebbe aver dato una somma di denaro nell'ordine dei 30mila euro circa per ottenere l'archiviazione del figlio, che potrebbe essere stata agevolata dall'ex pm della procura di Pavia. Nel 2016, infatti, Sempio junior è stato indagato per la prima volta dalla procura di Pavia per l'omicidio di Chiara Poggi ma la sua posizione è stata archiviata in pochi mesi. Un iter molto simile si è verificato anche nel 2020, fino ad arrivare al 2025, con l'indagine ancora in corso.
Soldani e Grassi nel 2017 erano gli avvocati di Andrea Sempio insieme a Lovati ed entrano in questa vicenda in quanto da alcune intercettazioni acquisite dalla procura, ed effettuate in quell'anno, emergono conversazioni tra i genitori dell'indagato nelle quali si parla di soldi che vengono portati nello studio dell'avvocato Soldani. Sono soldi che, nelle dichiarazioni più verosimili che sono state fatte in queste settimane, al di là delle spese per le marche da bollo, viene detto che vengono consegnati come pagamento per il lavoro svolto dai legali nei tre mesi di indagine. Su questo punto, però, gli investigatori hanno alcuni dubbi che partono da un foglietto che è stato trovato a casa Sempio il 26 maggio 2025 durante una perquisizione e di cui Giuseppe Sempio si è assunto la paternità.
"Venditti Gip archivia x 20. 30. euro", le parole sul biglietto, che proviene da una rubrica telefonica. È un appunto scritto a mano, parte di uno scritto più ampio, che secondo l'ipotesi investigativa potrebbe indicare un passaggio di denaro sospetto, negato da tutti i protagonisti. Tra la fine del 2016 e il 2017, alla famiglia Sempio sono stati fatti bonifici da parte di familiari per un totale di 43mila euro e Andrea e Giuseppe ne hanno prelevati 35mila in contanti, che sono poi quelli che sarebbero stati consegnati come "parcella" agli avvocati. L'unico che però ha ammesso di aver incassato dei soldi dai Sempio, e di averlo fatto in denaro liquido, è Lovati, perché gli altri due hanno negati dichiarando di non aver ricevuto compenso ma di aver avuto in cambio visibilità mediatica e pubblicità. Con il colloquio che si è svolto oggi alla procura di Brescia i procuratori sperano di riuscire a sciogliere almeno in parte la matassa.
Nel frattempo emergono altri dettagli dell'inchiesta su Andrea Sempio: il dna sulle unghie di Chiara Poggi, l'ormai celebre profilo Y che ha riaperto il caso a distanza di 18 anni dopo la consulenza genetica depositata in Procura a Pavia dalla difesa di Alberto Stasi sarebbe incompleto, misto e non identificativo di un singolo individuo.
Lo ha già rilevato a verbale a settembre il perito della polizia scientifica, Denise Albani, nel corso dell'incidente probatorio. Albani non ha al momento aggiunto alcuna valutazione circa la verosimiglianza dell'ipotesi che nei dati possa essere ricompreso anche il profilo aplotipico di Andrea Sempio.