Garlasco, sentiti a Brescia gli ex avvocati di Sempio

I legali Soldani e Grassi difendevano l'indagato per l'omicidio di Garlasco nel 2017: Lovati, che era parte del pool, potrebbe essere sentito nei prossimi giorni

Garlasco, sentiti a Brescia gli ex avvocati di Sempio
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Questa mattina la procura di Brescia ha convocato gli avvocati Federico Soldani e Simone Grassi, ex difensori di Andrea Sempio nel 2017. I legali sono stati sentiti nell'ambito del fascicolo aperto dalla pm Claudia Moregola e dal procuratore capo Francesco Prete, che vede iscritti nel registro degli indagati Giuseppe Sempio e Mario Venditti. L'ipotesi di reato sulla quale si sta indagando è corruzione in atti giudiziari, secondo la quale il padre di Andrea potrebbe aver dato una somma di denaro nell'ordine dei 30mila euro circa per ottenere l'archiviazione del figlio, che potrebbe essere stata agevolata dall'ex pm della procura di Pavia. Nel 2016, infatti, Sempio junior è stato indagato per la prima volta dalla procura di Pavia per l'omicidio di Chiara Poggi ma la sua posizione è stata archiviata in pochi mesi. Un iter molto simile si è verificato anche nel 2020, fino ad arrivare al 2025, con l'indagine ancora in corso.

Soldani e Grassi nel 2017 erano gli avvocati di Andrea Sempio insieme a Massimo Lovati ed entrano in questa vicenda in quanto da alcune intercettazioni acquisite dalla procura, ed effettuate in quell'anno, emergono conversazioni tra i genitori dell'indagato nelle quali si parla di soldi che vengono portati nello studio dell'avvocato Soldani. Sono soldi che, nelle dichiarazioni più verosimili che sono state fatte in queste settimane, al di là delle spese per le marche da bollo, viene detto che vengono consegnati come pagamento per il lavoro svolto dai legali nei tre mesi di indagine. Su questo punto, però, gli investigatori hanno alcuni dubbi che partono da un foglietto che è stato trovato a casa Sempio il 26 maggio 2025 durante una perquisizione e di cui Giuseppe Sempio si è assunto la paternità.

"Venditti Gip archivia x 20. 30. euro", le parole sul biglietto, che proviene da una rubrica telefonica. È un appunto scritto a mano, parte di uno scritto più ampio, che secondo l'ipotesi investigativa potrebbe indicare un passaggio di denaro sospetto, negato da tutti i protagonisti. Tra la fine del 2016 e il 2017, alla famiglia Sempio sono stati fatti bonifici da parte di familiari per un totale di 43mila euro e Andrea e Giuseppe ne hanno prelevati 35mila in contanti, che sono poi quelli che sarebbero stati consegnati come "parcella" agli avvocati. L'unico che però ha ammesso di aver incassato dei soldi dai Sempio, e di averlo fatto in denaro liquido, è Lovati, perché gli altri due hanno negati dichiarando di non aver ricevuto compenso ma di aver avuto in cambio visibilità mediatica e pubblicità.

Con il colloquio che si è svolto oggi alla procura di Brescia i procuratori sperano di riuscire a sciogliere almeno in parte la matassa. Nel caso fosse necessario, nei prossimi giorni potrebbe essere sentito anche l'avvocato Lovati, che si è già detto disponibile a non avvalersi del segreto professionale.

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