"Non so se il Prefetto Piritore può avere depistato le indagini. L’ho conosciuto quando era un giovane funzionario della Squadra mobile di Palermo e io un giovane cronista del Giornale di Sicilia. E se lo ha fatto sono certo che non lo ha fatto per conto di Bruno Contrada che all’epoca era il dirigente pro tempore della Squadra Mobile". Lo dichiara all'Adnkronos Daniele Billitteri, ex cronista di nera del Giornale di Sicilia e autore dello scoop relativo al ritrovamento del guanto nell'auto usata dai killer di Piersanti Mattarella per l'agguato mortale del 6 gennaio 1980. Oggi 74enne, nei mesi scorsi il giornalista è stato sentito come persona informata sui fatti nell'indagine che ha portato all'arresto, 45 anni dopo il delitto, dell'allora funzionario della Squadra Mobile di Palermo Filippo Piritore.
La telefonata anonima
Billitteri svelò anche il contenuto di una telefonata anonima, arrivata alla Squadra Mobile del capoluogo siciliano, in cui venivano descritti i movimenti dei killer in seguito all'omicidio. "Una voce maschile aveva descritto i movimenti dei sicari di Mattarella e rivelava un particolare incredibile: 'Uno dei due killer è passato da via Libertà poco tempo dopo l’omicidio, quando già l’auto del presidente della Regione era circondata dagli esperti della Scientifica'", scriveva l'allora giovane cronista su Il Giornale di Sicilia in un articolo pubblicato l'8 gennaio del 1980. E ancora: "Lo sconosciuto informatore avrebbe descritto i movimenti degli assassini subito dopo l’omicidio. In particolare, i due killer sarebbero stati visti abbandonare la 127 bianca in via De Cristoforis, una traversa di via Laurana. A questo punto, i due giovani sarebbero entrati nell’androne di un edificio vicino alla strada e si sarebbero cambiati d’abito. Poi, sarebbero saliti su una 850 grigia". Successivamente "uno dei sicari sarebbe ripassato da via Libertà". Intervistato da Repubblica, Billitteri spiega di non ricordare chi gli diede la notizia della telefonata "ma una cosa è certa: praticamente vivevo alla Squadra Mobile e avevo ottimi rapporti con il capo della Criminalpol Bruno Contrada".
Lo scoop sul guanto
Riguardo all'altro scoop, Billitteri scrisse: "Sarebbero stati trovati dei guanti nella 127". Si tratta del guanto lasciato dal killer sull'auto usata per l'agguato all'allora presidente della Regione Sicilia. L'accessorio non venne mai repertato e sparì misteriosamente. Secondo la procura di Palermo Filippo Piritore, arrestato quest'oggi, avrebbe "affermato il falso e taciuto quanto a sua conoscenza su una prova sparita". "A quel tempo non c’era ancora il Dna e probabilmente a queste cose non si prestava la dovuta attenzione", puntualizza il giornalista all'Adnkronos.
I testimoni
C'è anche un'altra notizia di potenziale interesse investigativo, scovata all'epoca dal cronista Angelo Mangano e pubblicata il 7 gennaio del 1980 sul quotidiano siciliano "Diario". Mangano raccontò di alcuni testimoni - "il radiologo Mercadante e altri due medici" - che per primi erano arrivati sul luogo del delitto.
Ma nel rapporto della polizia non c'è traccia di quei testimoni. "Eppure era stato proprio un funzionario di polizia a indicarmeli", precisa Mangano a Repubblica. Un altro mistero, come quello del guanto sparito e della telefonata anonima sui movimenti dei killer.