Gaza, l'Onu approva la bozza Usa. Tensioni tra Israele e la leadership palestinese

ll testo richiedeva almeno nove voti favorevoli per essere approvato, ma il suo destino restava per il veto di Cina e Russia

Gaza, l'Onu approva la bozza Usa. Tensioni tra Israele e la leadership palestinese
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Il Consiglio di Sicurezza ha approvato la bozza di risoluzione presentata dagli Stati Uniti che sostiene il nuovo piano globale per un cessate il fuoco a Gaza e l’istituzione di una Forza Internazionale di Stabilizzazione accompagnata da un’amministrazione palestinese “apolitica”, sotto supervisione di un Board of Peace presieduto dal presidente americano Donald Trump. Il testo richiedeva almeno nove voti favorevoli per essere approvato, ma il suo destino restava incerto per il possibile veto di Cina e Russia, che hanno avanzato nei giorni scorsi una proposta alternativa. Il testo, modificato più volte durante i delicati negoziati tra i Quindici, ha ottenuto 13 voti a favore e l'astensione prevista di Russia e Cina.

Il testo rivisto autorizza inoltre la formazione di un organo di "governance transitoria" a Gaza fino al 31 dicembre 2027 presieduto da Trump, in attesa della riforma dell'Autorità Nazionale Palestinese, a cui ora precisa che possono partecipare gli Stati membri del Consiglio di Sicurezza. E, sempre a differenza delle versioni precedenti, afferma che dopo la riforma dell'Anp e i progressi nella ricostruzione di Gaza, "potrebbero finalmente crearsi le condizioni per un percorso credibile verso l'autodeterminazione e la sovranità palestinese". A premere per il rapido passaggio della risoluzione, oltre ai paesi arabo-musulmani più importanti (Qatar, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Indonesia, Pakistan, Giordania e Turchia), si è aggiunta anche l'Autorità Palestinese.

Alla vigilia del voto, in Israele è montata la tensione politica. Il ministro della Pubblica Sicurezza, Itamar Ben-Gvir ha chiesto apertamente l’arresto del presidente palestinese Mahmoud Abbas e “omicidi mirati” contro alti funzionari dell’Autorità Nazionale Palestinese nel caso in cui l’Onu approvasse un riconoscimento internazionale dello Stato palestinese.

Dall’altro lato, Hamas e altre fazioni armate respingono in blocco il piano statunitense. Hamas ha definito la possibile forza internazionale “una tutela straniera imposta” e ha chiesto che aiuti e distribuzione umanitaria restino gestiti da istituzioni palestinesi sotto supervisione ONU. Le fazioni ribadiscono inoltre il rifiuto di qualunque clausola che implichi il disarmo o limiti al “diritto di resistenza”, chiedendo invece meccanismi internazionali per garantire responsabilità legale per le violazioni dei diritti umani e delle politiche di controllo delle frontiere.

Al Palazzo di Vetro, l’ambasciatore statunitense Mike Waltz ha lanciato un monito ai membri del Consiglio, sostenendo che la mancata approvazione del piano equivarrebbe a “sostenere Hamas o un ritorno alla

guerra”. “Qualsiasi rifiuto di sostenere questa risoluzione è un voto a favore del dominio dei terroristi di Hamas o del ritorno alla guerra con Israele, condannando la regione a un conflitto perpetuo”, ha dichiarato.

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