
Le infrastrutture incaricate di distribuire l'energia elettrica a case, negozi e attività di ogni tipo stanno mostrando – e in parte lo hanno già fatto nel corso degli ultimi mesi estivi – preoccupanti segnali di inadeguatezza. L'allarme, pressoché mondiale, è stato lanciato dall'Agenzia Internazionale per l'Energia (IEA), che in un rapporto pubblicato a febbraio aveva già evidenziato la necessità urgente di raddoppiare gli investimenti globali nella trasmissione elettrica entro il prossimo decennio. In attesa di capire quali saranno le mosse dei singoli governi, la Cina è pronta a cogliere al balzo le opportunità per sfruttare al meglio il mercato globale dell'energia. Ecco in che modo.
La Cina e il mercato dell'energia elettrica
L'IEA non ha dubbi: gli investimenti annuali globali nella trasmissione di energia elettrica dovranno passare dai circa 140 miliardi di dollari del 2023 ai 300 miliardi a metà degli anni 2030, se il mondo intenderà soddisfare la crescente domanda di energia e gli obiettivi di riduzione delle emissioni. "Negli ultimi dieci anni sono stati costruiti in tutto il mondo circa 1,5 milioni di chilometri di nuove linee di trasmissione, ma una trasmissione inadeguata continua a rappresentare un ostacolo importante allo sviluppo del sistema elettrico, all'elettrificazione e alla sicurezza energetica", hanno evidenziato gli analisti della stessa agenzia. Secondo gli esperti, tuttavia, la Cina, che vanta un'industria di fornitori di apparecchiature e hardware elettrici ampia e in crescita, è ben posizionata per trarre vantaggio dal deplorevole stato del sistema di trasmissione elettrica mondiale
I governi devono intervenire al più presto, visto che sarà richiesta sempre più energia per soddisfare la crescente domanda di intelligenza artificiale, veicoli elettrici e data center (e non solo). Secondo quanto riportato dal Financial Times, l'urgente necessità di modernizzare le reti elettriche mondiali – dai pali ai cavi, passando per i software per la distribuzione dell'energia – spingerà i governi occidentali a collaborare strettamente con i produttori cinesi. Detto altrimenti, i produttori occidentali non riescono a tenere il passo con la domanda e la Cina è pronta a trasformare le apparecchiature elettriche in un mercato di esportazione estremamente redditizio.
Il ruolo di Pechino
Secondo Ken Liu, responsabile della ricerca sulle energie rinnovabili, i servizi pubblici e l'energia in Cina presso UBS, la fornitura di turbine a gas e grandi trasformatori di potenza si trova ad affrontare "gravi" colli di bottiglia a livello globale. Le turbine, diventate fondamentali per alimentare i data center basati sull'intelligenza artificiale, hanno un tempo di consegna di oltre tre anni, rispetto ai circa 18 mesi normalmente necessari. I livelli di produzione previsti per i trasformatori, invece, soddisferanno solo la metà della nuova domanda proveniente da Europa e Stati Uniti. Per non parlare dei tempi di consegna dei cavi a corrente continua, utilizzati per le linee di trasmissione a lunga distanza, che superano i cinque anni (e il prezzo è quasi raddoppiato dal 2019).
Al contrario, la Cina sta correndo contro il tempo per evitare i propri blackout. Il Paese è nel mezzo di un'importante iniziativa per decarbonizzare la propria economia, in parte attraverso l'elettrificazione dei settori dei trasporti e manifatturiero. Pechino sta aumentando notevolmente la spesa in tutto il settore. La State Grid, responsabile di circa tre quarti della trasmissione elettrica del Paese, ad esempio, prevede una spesa record di 650 miliardi di RMB (89 miliardi di dollari) solo quest'anno.
Gli analisti di UBS ritengono che un gruppo di produttori cinesi potrà trarre vantaggio dalla forte crescita delle esportazioni, come Yingliu, Sieyuan e Sanxing, produttori leader di trasformatori e altre apparecchiature per il settore energetico.
C'è chi fa notare che la prospettiva di un numero sempre maggiore di apparecchiature di fabbricazione cinese installate nelle reti elettriche di tutto il mondo pone rischi per la sicurezza nazionale legati alla dipendenza economica, nonché a minacce militari e di spionaggio. Ma il tempo stringe e trovare un'alternativa è sempre più complesso.