"Precipitata dal balcone". Altra morte misteriosa in Russia

La 28enne, vicepresidente della Loko-Bank, si aggiunge all’elenco dei decessi misteriosi che si sono verificati in Russia: da Ravil Maganov a Igor Shkurko tra suicidi, cadute e malori

"Precipitata dal balcone". Altra morte misteriosa in Russia
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Dall’inizio dell’invasione russa in Ucraina il numero di morti sospette sotto Vladimir Putin è cresciuto esponenzialmente. Oligarchi, scienziati, dirigenti, generali: decine di personaggi di alto profilo deceduti in circostanze misteriose. L’ultimo caso risale allo scorso venerdì, quando la ventottenne Kristina Baikova è precipitata da una finestra del suo appartamento di Mosca. La donna, vicepresidente della Loko-Bank, era in compagnia di un amico quando a un certo punto è precipitata nel vuoto. “Verso le 3 del mattino è uscita sul balcone ed è caduta nel vuoto”, il racconto del trentaquattrenne in sua compagnia. La Baikova in passato aveva lavorato a lungo per la Moscow Credit Bank.

Un giallo, l’ennesimo, nella Russia di Putin. Come anticipato, le morti misteriose si sono moltiplicate nell’ultimo anno e mezzo. Uno dei casi più famosi è quello di Ravil Maganov, dirigente di spicco della Lukoil, la più grande azienda petrolifera russa: lo scorso settembre il manager morì dopo essere caduto dalla finestra di un ospedale moscovita, dove era ricoverato a causa di un infarto. Circostanze a dir poco particolari, considerata la testimonianza dei suoi familiari: Maganov non aveva mai espresso la volontà di togliersi la vita.

Un’altra morte sospetta è stata quella di Igor Shkurko, vicedirettore generale e ingegnere capo della compagnia energetica Yakutskenergo. Il 49enne è stato rinvenuto senza vita lo scorso aprile nella sua cella dove era stato recluso con l’accusa di corruzione: secondo l’accusa, avrebbe accettato una tangente. Dinamica difficile da giustificare, soprattutto dopo aver scoperto che Shkurko aveva stigmatizzato senza mezzi termini la decisione di Putin di invadere l’Ucraina.

Suicidi, cadute e malori: lo schema può variare, ma il risultato è sempre lo stesso. Il primo "gesto estremo" risale al 25 febbraio, primo giorno di guerra: il vicedirettore generale della cassa di Gazprom Alexander Tyulyako impiccato nel garage del suo cottage. La lunga lista di morti sospette sotto Putin comprende il ricercatore Andrey Botikov, strangolato nella sua abitazione, il parlamentare Pavel Antov, reo di aver criticato la guerra in Ucraina, e il manager Ivan Pechorin, rinvenuto senza vita dopo essere caduto dal suo yacht. E ancora il viceministro “no war” Pyotr Kucherenko, colto da un sorprendente malore lo scorso maggio durante un viaggio di rientro da Cuba.

Decine e decine di persone sgradite al Cremlino con la propensione a cadere dalle finestre o a suicidarsi. Il sospetto è concreto: nella maggior parte dei casi non si tratta di morti per cause naturali o autolesionismo.

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