Cronaca internazionale

"Non resterà a lungo": quelle voci Usa sul futuro di Netanyahu

Netanyahu e il suo mandato avrebbero i giorni contati, secondo le indiscrezioni di Politico. Il premier israeliano sarebbe stato caldamente invitato dal presidente Biden a prendere in considerazione un cambio di leadership.

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Benjamin Netanyahu, potrebbe non restare in carica a lungo. Sarebbe questa la strategia verso cui si starebbe orientando la Casa Bianca, secondo quanto riporta Politico, che cita fonti dell'amministrazione americana. Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ne avrebbe parlato con lo stesso Netanyahu probabilmente già in occasione della sua missione lampo in Israele all'inizio dell'escalation militare nell'area. Il presidente americano, giunto in Israele in occasione della missione del 19 ottobre, si sarebbe spinto così in avanti dal consigliare al premier israeliano di condividere le cose che ha appreso in questo tempo con il suo "eventuale successore".

Dal canto suo, il premier israeliano lascia trapelare alcune timide aperture: Netanyahu, starebbe valutando le richieste americane per un breve cessate-il-fuoco umanitario. Lo riferiscono il Kan News in lingua ebraica e il Times of Israel alla vigilia della visita del Segretario di Stato americano Antony Blinken.

Netanyahu e l'incontro con Biden

Un alto rappresentante dell'amministrazione americana, secondo Politico, e un ex membro del governo hanno confermato che per la Casa Bianca Netanyahu ha un "tempo limitato davanti". Potrebbe essere una questione di mesi o almeno fino a quando la fase dei combattimenti a Gaza non sarà ultimata. Nonostante ufficialmente il viaggio di Biden a Tel Aviv abbia rappresentato un gesto simbolico di sostegno al premier, in realtà privatamente avrebbe consigliato a Netanyahu di muoversi con cautela e non allargare la guerra. Un aspetto che era già chiaro alla vigilia della visita di Biden, funestata dalla strage dell'ospedale Al Ahli Arab colpito a Gaza. Se il supporto all’alleato è indubbio sulla carta, le potenti sollevazioni avvenute nelle piazze in Medio Oriente come negli Stati Uniti hanno contribuito a scrivere un singolare capitolo dei rapporti tra Stati Uniti e Israele.

Perchè Washington vorrebbe Netanyahu fuori dai giochi

Biden ha più volta invitato l'alleato alla moderazione, ribadendo di ritenere “un grosso errore” l’occupazione di Gaza, oltre a premere sulla soluzione a due Stati. Senza dimenticare la palese idiosincrasia nei confronti di Netanyahu che ha dato origine a numerose difficoltà diplomatiche nel passato recente. In occasione della vigilia della missione di circa due settimane fa, Biden aveva annunciato "domande difficili" durante i suoi incontri con i leader israeliani, legate soprattutto alle questioni umanitarie dentro e fuori Gaza.

In quell'occasione, dunque, il presidente americano avrebbe spinto per mettere al primo posto la soluzione dei due Stati e a muoversi con attenzione nel piano per decapitare l'organizzazione di Hamas. A un certo punto, secondo la ricostruzione di Politico, Biden ha consigliato al premier israeliano di prendere in considerazione lo scenario di un cambio di leadership, un implicito riferimento al fatto che il suo mandato fosse considerato a termine. Washington, inoltre, ha preso nota del crollo del leader israeliano nei sondaggi, al punto che lo staff della Casa Bianca starebbe già considerando come muoversi nel caso di un cambio nella guida di Israele.

Un coccodrillo politico agitato a danno di Netanyahu?

Dall'amministrazione Biden c'è chi smentisce le voci di corridoio: si tratterebbe dell'ennesimo coccodrillo politico su Netanyahu arrivato anzitempo. Più di qualcuno legato alla Camelot della Casa Bianca avrebbe smentito la discussione tra il presidente Biden e il leader israeliano, sostenendo che gli argomenti di discussione si sarebbero limitati alle questioni umanitarie e al "dopoguerra". Tra gli scenari in discussione a proposito del day-after, il destino della striscia di Gaza alla fine delle operazioni militari israeliani. A Washington, infatti, starebbe prendendo forma l'idea di inviare in loco una forza multinazionale al fine di stabilizzare l'area, anche se non necessariamente con truppe statunitensi.

A smentire le voci di corridoio su una possibile uscite di scena di Netanyahu a firma Usa, ha pensato l'ambasciata israeliana a Washington, pronta a dichiarare che questo scenario politico non sarebbe mai stato oggetto delle conversazioni tra i due frenemies.

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