Cronaca internazionale

"Twitter potrebbe fallire": la rivelazione choc di Elon Musk

Il patron di Tesla si sfoga: la piattaforma X-Twitter potrebbe avere i giorni contati. Ecco quali sono le cause e le decisioni controverse del magnate da quando ha acquisito il social network

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Non c'è mai stata serenità per l'ex social Twitter, da qualche settimana ribattezzato X, da quando Elon Musk ne è diventato proprietario: un problema tecnico delle ultime ore ha suscitato lo sfogo del magnate il quale non ha escluso la possibilità di un fallimento. "La triste verità è che non ci sono grandi social network al momento. Noi potremmo fallire, come molti hanno previsto, ma proveremo fino alla fine".

Cosa è successo

La goccia che avrebbe fatto traboccare il vaso è una problematica tecnica che impedisce di visualizzare le foto pubblicate prima del 2014 che risulterebbero cancellate in via definitiva. Per quanto possa essere grave, la dichiarazione di Musk non nasconde i tanti problemi che il suo social ha affrontato dalla sua acquisizione e le critiche a cui è andato incontro come l'ultima, in ordine cronologico, che l'impossibilità di bloccare gli account.

Si tratta senz'altro di una decisione molto discutibile che ha fatto infuriare migliaia di utenti con forti dibattiti tra favorevoli e contrari: la maggioranza riguarda coloro i quali si lamentano del fatto di non poter bannare dal proprio account eventuali molestatori ma Musk ha tirato dritto non "capendo" per quale motivo si debba ricorrere a ciò invece, semplicemente, silenziare o ignorare qualcuno.

Dal nome ai tweet: com'è cambiato Twitter negli ultimi mesi

Ripercorrendo le tappe principali di un social acquisito "male" e continuato "peggio, parafrasando un celebre proverbio, qualche settimana fa si è resa necessaria la rimozione della gigantesca X dal tetto del quartier generale, a San Francisco, la cui luce accecante disturbava tutte le famiglie che abitano nei pressi della sede centrale. Dopo giorni di vibranti proteste la scritta è stata eliminata anche per il rischio, concreto, della potenziale violazione di basilari norme edilizie.

Appena qualche giorno prima Musk aveva deciso di cambiare nome allo storico marchio dell'uccellino, Twitter, forse per provare a rilanciarlo e dargli nuova freschezza ma i risultati, fino a questo momento, non gli stanno dando ragione. Come dimenticare, poi, la decisione del proprietario di mettere un "tetto" ai tweet leggibili in un solo giorno differenziando tra utenti verificati e non salvo poi cambiare poche ore dopo le vibranti polemiche relative a questa scelta.

Ultimo ma non ultimo, come dimenticare quanto accaduto la scorsa primavera quando perfino il profilo di Papa Francesco aveva perso la controversa "spunta blu" perché non si era abbonato alla piattaforma mentre Musk, di tasca propria, l'aveva garantita soltanto ad alcuni "amici stretti".

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