Cronaca nera

"Uccisa con 37 coltellate". Cosa rivela l'autopsia di Giulia Tramontano

I primi esiti dell'autopsia eseguita oggi dal professore Andrea Gentilomo. Erano presenti i carabinieri delle investigazioni scientifiche di Milano, le pm e il legale della famiglia della giovane uccisa al 7 mese di gravidanza

Il cartellone davanti alla casa dei genitori di Giulia Tramontano a Sant'Antimo
Il cartellone davanti alla casa dei genitori di Giulia Tramontano a Sant'Antimo

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"Giulia Tramontano uccisa con 37 coltellate". I primi risultati dell'autopsia

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Almeno "36, forse 37 coltellate" sul corpo di Giulia Tramontano. È uno dei primi risultati dell'autopsia che si è svolta oggi sul corpo della 29enne uccisa lo scorso 27 maggio da Alessandro Impagnatiello, a Senago lo scorso 27 maggio. Le numerose coltellate sono state inferte non al feto ma al collo e alla schiena, tra le scapole. Una anche al volto, vicino al sopracciglio. Un esito che cambia completamente la prospettiva sul delitto, che oggi appare quindi caratterizzato da grande efferatezza ed "pervicacia". In sede di convalida del fermo, il gip aveva escluso l'aggravante della crudeltà anche perché non erano visibili - a occhio nudo - tutti i fendenti inflitti sul corpo della giovane, incinta al settimo mese. Il corpo era infatti ricoperto da estese ustioni, in particolare nella zona ascellare, perché il killer 30enne ha provato a disfarsene bruciandolo prima nella vasca da bagno, poi nel box. La 29enne è stata poi avvolta in un cellophane e il corpo gettato in un vialetto colmo di erbacce tra due box in via Monte Rosa a Senago, a 700 metri dalla casa in cui viveva la coppia.

Dove è avvenuto l'agguato

L'autopsia ha confermato che due fendenti al collo sono stati mortali: quelli che hanno colpito "la carotide e la succlavia", la più grande arteria presente nella parte superiore del torace, al di sotto della clavicola. Le altre coltellate sono invece il segno che Impagnatiello si è accanito sul corpo, e che ha raccontato un mucchio di bugie durante la confessione, quando ha detto di averla colpita solo "un paio di volte". Secondo quanto è stato riferito - a differenza di quanto stabilito in un primo momento dal medico-legale - la donna non aveva segni di difesa: non ha provato a parare i colpi. A momento non è possibile stabilire se l'agguato sia avvenuto da dietro o dal davanti: ci vorranno ulteriori analisi sulla direzione in cui sono stati inferti i fendenti. E anche il tentativo di dare fuoco complica la datazione dell'orario della morte. "Le ustioni diffuse hanno alterato pesantemente i tessuti", rendendo difficile rilevare le macchie ipostatiche che consentono ai medici legali di stabilire, con precisione, l'orario della morte. Dai primi accertamenti non è stato possibile accertare se le fiamme siano state appiccate dopo il decesso della giovane. Per avere gli esiti completi dell'autopsia saranno necessari almeno 90 giorni. Un aspetto che non è ancora emerso è se Tramontano, in stato avanzato di gravidanza, fosse già in travaglio quando è stata uccisa: questo porterebbe -secondo i suoi legali - a livello giuridico alla qualificazione di "duplice omicidio".

L'ipotesi dell'avvelenamento

Allo stesso modo, bisognerà attendere gli esami tossicologici sul liquido amniotico, nel sangue e nel fegato della donna per stabilire se Impagnatiello avesse provato ad avvelenare la compagna, forse nel tentativo di procurarle un aborto. Un altro dei quesiti a cui dovrà rispondere l'autopsia - condotta dal medico legale Andrea Gentilomo, alla presenza dei carabinieri della squadra omicidi di Milano e della pm Alessia Menegazzo - è infatti se il bambino fosse già morto prima che il delitto venisse consumato, proprio a seguito di un eventuale avvelenamento. L'uomo aveva compiuto delle ricerche su internet prima del delitto. "Veleno per topi", "Effetto sugli esseri umani", le stringhe digitate dal barista sul web. In casa è stata anche trovata una confezione di topicida.

La procura da l'ok alla sepoltura

La procura di Milano ha anche dato il nulla osta alla sepoltura della salma. "Per avere la disponibilità della salma serve qualche giorno, anche per poter organizzare il rito funebre a Giulia e al piccolo Thiago. La metà della prossima settimana speriamo di avere il corpo per poter provvedere ai funerali", aveva spiegato l'avvocato Giovanni Cacciapuoti, legale della famiglia della giovane. "Il nostro amore per Giulia e Thiago, eterno, smisurato ed insaziabile è la più ardente tra le fiamme di questa e tutta le fiaccolate in loro memoria. Nessun sentimento di odio potrà mai spegnere questo fuoco in cui ci struggiamo e riscaldiamo al contempo", sono le parole in una storia pubblicata su Instagram di Chiara, sorella di Giulia. Chiara ha condiviso sui social il video della fiaccolata che si è svolta ieri sera a Sant'Antimo, nel Napoletano, paese d'origine della famiglia. "Purtroppo non possiamo essere presenti a questa fiaccolata in memoria della nostra cara Giulia e Thiago - scrive la sorella Chiara -.Vogliamo però fare arrivare a tutti i presenti il nostro messaggio di ringraziamento per la vicinanza mostrataci. L'affetto e il calore di tutti voi è per noi fonte di grande supporto. Per noi Giulia è e sarà sempre madre premurosa, amorevole sorella e figlia indimenticabile.

Grazie a tuti voi da Loredana, Franco, Chiara e Mario".

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