
Il macabro giallo di Villa Pamphili potrebbe essere vicino a una svolta. Secondo quanto apprende Repubblica da fonti investigative, un testimone avrebbe fornito informazioni utili alle indagini sul presunto duplice omicidio della giovane donna dell'Est, la cui identità resta ancora sconosciuta, e la figlioletta di pochi mesi, trovate entrambe senza vita tra gli oleandri vicino alla recinzione del parco capitolino una settimana fa.
La testimone: "Un uomo dalla carnagione olivastra"
A indirizzare gli investigatori su una "pista valida" - precisa Repubblica - sarebbe stata un'operatrice del servizio giardini di madrelingua inglese. La donna ha raccontato agli investigatori della squadra mobile che, a fine maggio, mentre camminava nel parco, si è imbattuta nella madre e la piccina: "Si erano accampate con una tenda vicino agli oleandri insieme a un uomo. Non parlavano italiano. Mi sono avvicinata e ho detto loro 'Qui non si può campeggiare, dovete spostarvi, andare via'". La donna avrebbe fornito anche un identikit dello sconosciuto, descrivendolo come "un uomo dalla carnagione olivastra".
La tenda da campeggio
La tenda da campeggio è stata sequestrata per accertamenti tecnici. Si tratta di un riparo in tessuto a forma di igloo, di quelli che vengono forniti dalle associazioni umanitarie ai senzatetto. I richiedenti devono esibire un documento d'identità o il passaporto per riceverne uno. In questo modo i volontari possono mappare i propri utenti e tenere traccia delle distribuzioni. Da qui la decisione di scandagliare gli elenchi delle associazioni per risalire all'identità della donna o dell'uomo misterioso. Si cerca anche nei registri delle mense per i poveri.
I dubbi sul decesso di madre e figlia
Intanto madre e figlioletta restano ancora senza un'identità. La piccina, che avrebbe tra i 6 e i 12 mesi, sarebbe morta per strangolamento. Il decesso della donna, invece, è avvolto nel mistero. Gli esami tossicologici hanno escluso che abbia assunto sostanze stupefacenti tradizionali, come eroina o cocaina. Le analisi proseguiranno nei prossimi giorni con verifiche mirate all’individuazione di eventuali altre droghe sintetiche che non sono inserite nelle tabelle ministeriali delle cosiddette sostanze proibite. Sul cadavere, che al momento del ritrovamento era coperto da un sacco nero, non vi sarebbero segni evidenti di violenza.
Le ricerche all'estero
La giovane donna, che potrebbe avere tra i 20 e i 30 anni, non risulta presente, con le impronte digitali, nella banca dati Afis delle forze di polizia italiane. Motivo per il quale la polizia si è rivolta all’Interpol al fine di acquisire elementi utili all'identificazione della vittima. Gli investigatori non escludono che mamma e figlia fossero arrivate da poco in Italia, anche se le verifiche effettuate tramite il sistema schedine alloggiati Web della questura non ha prodotto risultati.
Gli agenti coordinati da Roberto Pitto puntano sull’analisi di alcuni oggetti ritrovati nel parco, che potrebbero fornire elementi utili per ricostruire gli ultimi momenti di vita delle vittime. Tra questi vi sarebbero un braccialetto, una tutina rosa, ritrovata in un secchio dei rifiuti, e altri oggetti personali ritrovati a pochi passi dai corpi.