Prima di gettare la spugna e rientrare nella legalità, il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, ha bollato come «squadrismo istituzionale» l'annuncio di Matteo Salvini di voler procedere alla precettazione per evitare che il legittimo sciopero di domani si trasformasse in uno sciopero generale, pur non avendone i requisiti. Insomma, non poteva mancare la solita spruzzata di fascismo sul governo, che in realtà si è impuntato sì, ma sull'applicazione di una legge: quella che regola il diritto di sciopero, in vigore da decenni e sempre rispettata dalle parti.
Tanta fermezza e tanto ardore contro il governo colpevole di non si capisce quale reato ci sarebbe piaciuto che il sindacato lo avesse mostrato di fronte al più grande smantellamento industriale mai avvenuto in Italia da parte di un gruppo privato. Mi riferisco a Stellantis, l'ex Fiat di John Elkann: da quando è avvenuta nel 2021 la fusione con i francesi di Peugeot, la famiglia Agnelli ha lasciato a casa, nel silenzio assoluto dei sindacati, 7.500 operai, drasticamente ridotto la produzione di auto in Italia, dismesso il glorioso stabilimento Magneti Marelli di Crevalcore e, nei giorni scorsi, pure quello Maserati di Grugliasco, messo in vendita su un sito Internet di annunci immobiliari.
Ecco, qualcuno ha mai sentito parlare Landini o Bombardieri di «squadrismo» riferito a Elkann? Non risulta. E Carlo Calenda, che quei mondi conosce, si è fatto anche un'idea del perché: in sintesi, oltre che Stellantis, la famiglia Agnelli-Elkann controlla anche il gruppo Gedi, che ha in pancia i quotidiani La Repubblica e La Stampa, entrambi organi ufficiali della sinistra e capifila dello squadrismo mediatico contro il governo. Il baratto sarebbe questo: io sindacato non ti disturbo nella tua operazione di smantellamento dell'industria italiana, tu mi sostieni nella lotta di liberazione dal regime instaurato da Giorgia Meloni e Matteo Salvini.
Farneticazioni di Calenda? Probabilmente siamo di fronte a un'eccessiva semplificazione, ma non lontani dalla verità. Dubito che domani nei comizi sindacali sentirete pronunciare il nome «Stellantis».
Mai disturbare il manovratore che guida il pullman della sinistra italiana investendo a ogni curva qualche migliaio di lavoratori in carne e ossa, vittime di un «effetto collaterale» della guerra al governo legittimamente eletto.
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