Coronavirus

Covid, lo stato d'emergenza finirà il 31 marzo: cosa sta per cambiare

Il premier Draghi ha confermato che l'ultimo giorno dello stato d'emergenza per il Covid-19 sarà il 31 marzo e non sarà prorogato: ecco cosa sta per cambiare

Covid, lo stato d'emergenza finirà il 31 marzo: cosa sta per cambiare

Lo stato d'emergenza che riguarda il Covid-19 finirà il 31 marzo: lo ha confermato il premier, Mario Draghi, intervenuto durante le comunincazioni in Senato sugli sviluppi della crisi ucraina. Per evitare che si creasse confusione, il premier ha specificato invece che lo stato di emergenza umanitaria, in vigore fino al 31 dicembre, "ha esclusivamente lo scopo di assicurare il massimo aiuto dell'Italia all'Ucraina" e "non cambia la decisione di porre fine il 31 marzo allo stato di emergenza per il Covid-19".

Fine dell'emergenza: cosa cambia

Il premier ha sottolineato che questo impegno di solidarietà non avrà conseguenze per gli italiani e non cambierà quanto stabilito in precedenza sulle misure intraprese per le riaperture in Italia adesso che la pandemia ha finalmente concesso una tregua. Oggi, 1° marzo, è iniziato finalmente l'ultimo mese di emergenza pandemica da due anni a questa parte: altri 30 giorni e saremo fuori dalle più importanti restrizioni che ci hanno accompagnato in questo lungo periodo. Come ci siamo occupati sul Giornale.it, diremo addio innanzitutto ai colori per le Regioni: le divisioni in bianche, gialle, arancioni e rosse in base all'andamento epidemiologico non esisteranno più: si potrà intervenire soltanto in caso di nuovi focolai o un'importante recrudescenza della pandemia con la zona rossa.

I "nodi" sul green pass

Una delle tematiche più calde per la fine dell'emergenza riguarda l'uso del green pass: che ne sarà del certificato verde dal 1° aprile? Draghi ha annunciato che sarà eliminato per "fiere, sport, feste e spettacoli" ma non sono ancora chiare le modalità. Quel che è certo è la scadenza dell'obbligo del super green pass per alberghi, per andare ai congressi e partecipare a sagre e fiere. Si punta a eliminarlo del tutto per favorire la ripresa del turismo in vista della bella stagione. Non ci sarà più il super certificato verde neanche per le attività all'aperto, discorso diverso per piscine e palestre al chiuso dove dovrebbe continuare a rimanere in vigore questa misura in attesa di un allentamento o totale eliminazione nelle settimane successive. Di sicuro, si potrà salire sui mezzi pubblici e quelli a lunga percorrenza senza bisogno di super green pass e, finalmente, dal 1° aprile il calcio tornerà protagonista con gli stadi pieni al 100%.

Cts, scuole e mascherine

La fine dello stato d'emergenza decreterà anche lo scioglimento del Cts, il Comitato tecnico-scientifico, le cui funzioni cesseranno del tutto. Soltanto due figure in particolare potrebbero ricoprire la carica di consulenti del governo: l'attuale presidente del Cts, Franco Locatelli, e Silvio Brusaferro, attuale portavoce del Comitato. Dal 1° aprile cambierà tantissimo altro: le scuole, ad esempio, "resteranno sempre aperte per tutti" come ha affermato Draghi qualche giorno fa "e saranno inoltre eliminate le quarantene da contatto".

Sulle mascherine bisogna fare dei distinguo: come accade già adesso non sarà più richiesto di indossarle all'aperto e sarà eliminato l'obbligo di indossare le Ffp2 nelle classi. Il ministro della Salute Speranza, però, ha annunciato una nuova ordinanza che rinnoverà l’obbligo di indossare le mascherine in tutti i luoghi al chiuso che non siano le abitazioni private: ciç significa che andranno indossate al cinema, a teatro, nei locali di intrattenimento e dove si avrà musica dal vivo oltre a tutti gli eventi e gli avvenimenti sportivi che si svolgono nei palazzetti.

"Seguiremo indicazioni del governo"

Sarà rimodulato anche lo smart working: dal 1° aprile, infatti, a livello legislativo l'Italia tornerà all'epoca pre-Covid e il governo non avrà più i poteri straordinari di adesso. Sicuramente si tornerà negli uffici, soprattutto quelli della Pubblica amministrazione, ma tutto si deciderà tra gli accordi del singolo lavoratore con l'azienda. Dopo le parole di Draghi di questa mattina, tra le prime reazioni si registra quella di Letizia Moratti, vicepresidente e assessore al Welfare della Regione Lombardia.

"È intenzione del governo non prorogare lo stato di emergenza oltre il 31 marzo e il miglioramento della situazione epidemiologica consentirà di valutare la rimozione o l'allentamento delle restrizioni alla vita di cittadini e imprese", sottolineando come anche dopo la fine dell'emergenza si continueranno a seguire le indicazioni del governo sulle restrizioni Covid-19.

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