Cronache

La lezione inascoltata di Falcone sulla separazione delle carriere

In un audio inedito del 1989 ritrovato da Serena Sartini, cronista di Askanews e collaboratrice del Giornale, il giudice ucciso a Capaci nel 1992 ricorda i rischi legati al nuovo ruolo del pm e la necessità di carriere separate tra inquirenti e giudicanti

Giovanni Falcone
Giovanni Falcone

La lezione inedita e straordinariamente attuale di Giovanni Falcone riecheggia in una vecchia soffitta, tra gli scatoloni di una casa di campagna. Una audiocassetta mai scovata che riavvolge il nastro del tempo, riportandolo al lontano marzo 1989 quando il magistrato, davanti agli organi di polizia giudiziaria, presiedette una lezione sulla riforma del nuovo codice di procedura penale.

Ascolta l'estratto dell'audio:

L’allora giudice istruttore in una Palermo intrisa di sangue avverte che i pm dovranno «scendere dallo scranno del pubblico ministero seduto accanto alla corte, e per loro sarà un dramma, per sedersi sui tavoli della difesa accanto ai difensori. Perché? Perché saranno parte così come sarà parte la difesa privata». Falcone dunque aveva ben chiaro che la terzietà del giudice rispetto sia alla difesa che all’avvocato dell’accusa (come ama definirlo): «Perché in effetti è incompatibile l’azione con la giurisdizione: o chiedi l’accusa oppure giudichi», dice il giudice ucciso a Capaci il 23 maggio del 1992.

Oggi che si discute di separazione delle carriere grazie ai referendum di Lega e Radicali sulla giustizia la sua lezione, inascoltata, torna prepotentemente d’attualità. Così come il suo monito sui rischi di un’azione giudiziaria fatta da magistrati non preparati, non adeguatamente formati: «Il pm dovrà creare il suo diverso - totalmente diverso - ambito mentale rispetto a quello di adesso. Avremo di fronte anche una polizia giudiziaria che da un lato sarà svincolata anch’essa da vecchi preconcetti e dall’altro sarà posta a fianco del pm». «E se è un brocco?», gli domandano gli interlocutori. «Se è un brocco sono guai, se è un brocco sono guai - ripete Falcone - Per questo dico che dovrà cambiare la mentalità e dovrà cambiare per voi come per noi. Altrimenti... saranno guai».

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