Lodi, altro che sindaco razzista. Lo sciopero lascia i bimbi "a dieta"

Dopo le polemiche su bonus mensa agli immigrati a Lodi, lo sciopero delle cuoche sostenuto da Usb, Cgil e Uil

Lodi, altro che sindaco razzista. Lo sciopero lascia i bimbi "a dieta"

Questa volta a lasciare i bambini senza la mensa sono stati i sindacati e non il primo cittadino "brutto e cattivo" di Lodi. Ricordate la faccenda dei pasti dei bimbi, le polemiche sulla norma comunale che chiede maggiori documentazioni agli stranieri per poter accedere al bonus mensa e via dicendo? Beh, stavolta non c'entrano presunte discriminazioni. I pargoli sono rimasti senza cibo a causa della protesta di 72 cuoche della ditta che si è aggiudicata l'appalto lo scorso settembre. Circa 2mila studenti con un panino al posto del pasto caldo per lo sciopero sostenuto da Usb, Cgil e Uil.

"L'azienda - ha detto a Libero Gianfranco Besenzoni di Usb - vorrebbe considerare le festività come Natale e Pasqua come aspettativa, senza retribuzione e contributi e non vuole più riconoscere, come invece avveniva gli scorsi anni, il contratto territoriale di Milano". Qualche contatto con il Comune c'è stato, ma senza risultato: "Due assemblee sotto il comune, un incontro con il sindaco, due in ispettorato del lavoro, uno in prefettura, il blocco degli straordinari, non sono serviti a nulla. Il comune ci dice che sono problematiche tra azienda e lavoratori, ma l'amministrazione è responsabile dell' ultimo appalto". I sindacati non hanno mancato di buttarla in politica: "Si tratta dello stesso comune che vuole negare il pasto ai figli degli immigrati, che ne hanno diritto", ha ricordato Besanzoni.

Da parte sua Sara Casanova, che agli attacchi sarà ormai abituata, ha replicato che "la manifestazione davanti alla scuola Archinti ha purtroppo assunto i connotati di una strumentalizzazione politica. Infatti - ha proseguito - una questione di ordine meramente contrattuale, nulla ha a che vedere con il dibattito nato intorno al regolamento per l'accesso alle prestazioni sociali agevolate.

Le rivendicazioni dei dipendenti e dei sindacati devono rimanere inserite nel contesto del confronto con la Serenissima (ditta responsabile della refezione scolastica, nda). Il ruolo del Comune è quello di garantire il contratto nazionale che quest'ultima ha a tutti gli effetti applicato".

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