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Messina, lunghe file per sbarcare in Sicilia. Musumeci: "Non siamo carne macello"

Lunghe file per sbarcare a Messina. L'ira del governatore Musumeci che lancia l'allarme per i continui arrivi da altre Regioni, nonostante il blocco a Messina

Messina, lunghe file per sbarcare in Sicilia. Musumeci: "Non siamo carne macello"

La foto ha fatto il giro del web poco dopo la mezzanotte. Un fiume di gente pronta a sbarcare all'imbarcadero di Messina. Auto incolonnate nell'attesa di poter entrare in Sicilia. "Mi segnalano appena adesso che a Messina stanno sbarcando dalla Calabria molte persone non autorizzate. Non è possibile e non accetto che questo accada - ha scritto il governatore Musumeci -. Ho chiesto al prefetto di intervenire immediatamente".

Lunghissime code a Villa San Giovanni, centinaia di famiglie pronte a rientrare con l'ultimo traghetto disponibile. "C'è un decreto del ministro delle Infrastrutture e del ministro della Salute che lo impedisce. Pretendo che quell'ordine venga rispettato e che vengano effettuati maggiori controlli alla partenza. Il governo nazionale intervenga perché noi siciliani non siamo carne da macello". Poi nella notte arriva la svolta tanto attesa: "Ho appena avuto conferma dalla prefettura di Messina che saranno ulteriormente intensificati i controlli sullo Stretto - annuncia Musumeci - Possono passare, alla luce del provvedimento nazionale, solo i pendolari che svolgono servizio pubblico, come sanitari, forze armate e di polizia. Basta. Stiamo facendo sacrifici enormi e bisogna dare certezze a tutti i cittadini che questa fase è seguita con impegno".

Tra i pendolari dello Stretto, in un momento di così grande emergenza, ci sono molti medici, infermieri e agenti delle forze dell’ordine e sono loro gli unici che potrebbero traghettare per uscire ed entrare dalla Sicilia, ma in molti hanno preferito sfidare la sorte e il decreto per sbarcare in Sicilia. "C'è un decreto che lo impedisce - dice chiaramente Musumeci -. Pretendo che quell'ordine venga rispettato e che vengano effettuati maggiori controlli alla partenza". Le limitazioni agli spostamenti riguardano anche lo Stretto, come ha chiarito lo stesso Musumeci in un altro post pochi minuti dopo: "Possono passare solo i pendolari che svolgono servizio pubblico, come sanitari, forze armate e di polizia". Un provvedimento che nella notte molti hanno disatteso.

Nel pomeriggio Musumeci è tornato sull'argomento con un video di 17 minuti pubblicato sulla sua pagina Facebook. "Mi sono seriamente arrabbiato ieri sera - ha tuonato il goverantore -. Nessuno deve più entrare in Sicilia e a Roma lo sanno. Un grande rientro determinato dal triangolo industriale del Nord, dove alcuni provvedimenti del Nord hanno portato alla chiusura degli stabilimenti e molti lavoratori siciliani hanno pensato di mettersi in macchina. Tutto questo è vietato, è un danno per chi pensa di arrivare in Sicilia. Ho chiesto al mìinistro dell'Interno perché ci fosse un cordone di forze dell'ordine per impedire il passaggio in Sicilia. Speriamo che la mia protesta sia arrivata a buon fine. Noi finora abbiano applicato i protocolli del Governo nazionale». Sui continui arrivi in Sicilia da Villa San Giovanni a Messina, Musumeci ha spiegato che: "Chiaramente noi non possiamo applicare l'articolo 31 dello statuto siciliano al di là dello Stretto. Chi dice 'presidente applichi lo Statuto' non conosce evidentemente le norme. Noi abbiamo anticipato alcune mosse del governo nazionale. Ho sentito il prefetto di Messina e mi ha confermato che il fenomeno si è rallentato: A Villa San Giovanni hanno fatte due corsie, una per chi ha diritto di traghettare e l'altra per chi deve tornare indietro da dove è venuto".

Ieri sera, poco prima della foto che ha indignato tanti siciliani c'è stato un vertice proprio a Messina voluto da Musumeci al quale hanno preso parte il prefetto Maria Carmela Librizzi, il sindaco Cateno De Luca, i vertici delle forze dell'ordine e delle Aziende sanitarie peloritane. Nella sede della prefettura, il governatore ha illustrato tutte le misure già adottate nelle strutture ospedaliere del capoluogo e della provincia messinese per fronteggiare l'emergenza in atto e le iniziative per contrastare un eventuale picco dell'epidemia. In particolare è stato organizzato un Piano, che ricalca il profilo epidemiologico delle aree del Nord maggiormente esposte, che prevede una dotazione adeguata di posti letto Covid-19 con oltre 110 posti di terapia intensiva distribuiti su vari presidi ospedalieri del territorio messinese. "Ci siamo mossi con largo anticipo proprio per anticipare il virus - aveva detto il governatore Musumeci -. Al Policlinico ho trovato un fronte già attrezzato per reggere un urto che nessuno vorrebbe mai attendersi.

Anche al Papardo si sta lavorando con grande efficienza e presto, oltre al reparto che ospita già alcuni concittadini contagiati, sarà attrezzato un intero plesso con ulteriori posti letto dedicati alla pandemia".

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