La vicenda del ristoratore che ha aperto il fuoco contro i ladri uccidendone uno, continua a far discutere a Lodi e in tutta la provincia. E così c'è chi prova a spiegare il territorio e cosa accade di solito da quelle parti. "Gugnano è così, un angolo di Far West dimenticato al confine di tre provincie: Milano, Lodi e Pavia. Ci ho abitato per oltre dieci anni, la prima cosa che mi disse il parroco fu 'Questo è un paese di Galli contro Romani'. Non ho mai capito cosa avesse voluto dire se non il fatto che di aggressività ne circolava parecchia. C'è una crosta di rabbia durissima". A parlare all'Adnkronos, è Monica Montanari che vive a Casaletto Lodigiano, proprio dove è stato ucciso il malvivente.
Proprio in quella trattoria, in via Lodi 34, c'è la sede 'di comodo' dell'associazione Gnomone di cui la giornalista Montanari fa parte, una onlus contro la dispersione scolastica. Nel paese in provincia di Lodi, poco meno di 3mila anime, in passato è stata a capo del giornale 'Gola secca' e conosce Mario Cattaneo, 67 anni, l'uomo che ha sparato al malvivente imbracciando un fucile da caccia. "Qui il clima è duro e gli uomini sono espressione del disagio. Le donne che la sanno lunga quando la caldana sfiorava i 40 gradi al minimo accenno di parole grosse, nel bar, facendo finta di niente si sistemavano in modo di nascondere alla vista gli oggetti che avrebbero potuto essere usati come armi", racconta.
La vicinanza del carcere di Opera "non aiuta, e la presenza di veri angoli di degrado, zone franche, nemmeno. È un posto dove ci si va a nascondere". Quella di Gugnano "è gente di cascina. Se gli togli la comunanza che crea il lavorare insieme, non ha più nulla da condividere", conclude.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.