La Regione siciliana contro il Movimento 5 stelle: "Una iattura per l'Italia"

L'ultima stoccata della Regione siciliana al governo 5 stelle: "Incapaci di governare. Sono una iattura per l'Italia e per la Sicilia"

La Regione siciliana contro il Movimento 5 stelle: "Una iattura per l'Italia"

La Sicilia adesso è contro Roma. Un coro di polemiche del governo regionale contro il movimento 5 stelle. L'ultima stoccata, dopo settimane di polemiche, è arrivata dall'assessore regionale alla Sanità Ruggero Razza, che non ha gradito le parole del vicepremier Luigi Di Maio. "Al posto di spargere il solito veleno, il ministro Di Maio, che sente la sconfitta alle amministrative e non perde il vizio di insultare, dia una risposta ai tanti siciliani che la attendono: gli sportellisti, le aree di crisi industriale a partire da Termini Imerese, i disoccupati e i giovani - dice l'assessore alla Sanità Ruggero Razza -. Ci siamo stancati di gente incapace che utilizza i ruoli pubblici per fare sterile propaganda. Come la peggiore casta si presentano in giro per le piazze che li hanno giudicati, ma qui trovano ormai cittadini consapevoli che vedono con quale approssimazione conducono l’azione di governo nei ministeri a loro guida. Faccia come Toninelli e si colleghi da remoto con il cellulare al prossimo consiglio dei ministri: scoprirà che dalle province alle città in dissesto, il governo Conte-Di Maio è una iattura per il popolo siciliano".


Qualche giorno fa l'assessore regionale alla mobilità Marco Falcone si era scagliato contro le visite del ministro Danilo Toninelli in Sicilia. "Ci dispiace constatare come il ministro Toninelli, nel suo quarto giro elettorale in Sicilia, trovi ancora modo per polemizzare con la Regione. Dispiace soprattutto constatare come i numeri dati dal ministro sul Fondo di sviluppo e coesione disponibili alla Regione siano del tutto campati in aria. Il solerte suggeritore di Toninelli avrebbe dovuto riferire che in un solo anno il governo Musumeci ha impegnato e speso sull'Fsc oltre 400 milioni di euro per interventi su strade, contro il dissesto, per la riqualificazione dei centri abitati, per la portualità minore e per l'ammodernamento di mezzi di trasporto pubblico locale. Invitiamo il ministro a essere più concreto, visto che dalle sue frequenti presenze in Sicilia il territorio non ha finora ricavato alcun vantaggio”.

Sulla stessa linea d'onda il governatore Nello Musumeci che non ha tollerato le uscite a vuoto del ministro dei trasporti. "Siamo stanchi del linguaggio da prima repubblica - ha detto Musumeci -. Il Governo nazionale stia vicino a quello regionale, ci dica cosa intende fare, ci dia le risposte che aspettiamo e lavoriamo insieme a un grande progetto". Nella sua visita Toninelli aveva commentato ironicamente le tre ore di distanza in treno tra Palermo e Catania, come una situazione da terzo mondo. "È convinto che al Governo della Regione ci sia gente incapace di intendere e volere. Noi pretendiamo rispetto dal Ministro, nei ruoli, nel linguaggio e nello stile. Non può continuare a compiere passeggiate dall'amaro sapore elettoralistico a poche settimane dalle elezioni europee frequentando quei cantieri che il Governo della Regione siciliana con un'azione tenace e incessante ha consentito di diventare vivi dopo un anno di attività e pressioni nei confronti di Anas o Rfi". Musumeci contesta le scelte da spot elettorali del governo. "Abbia rispetto il Ministro e la smetta di apparire come un galoppino elettorale alla ricerca di consenso sul lavoro svolto da altri Enti e Istituzioni. Per certi aspetti è anche simpatico per altri versi sembra come cascato dalle nuvole".

Insomma una frattura impossibile da sanare anche perché Luigi Di Maio a Caltanissetta non ha risparmiato la stoccata al governo regionale. "In Sicilia capita che delle nostre leggi non vengano recepite dal governo regionale come quella che abolisce i vitalizi. Ma è facile capire perché Miccichè non vuole abolirli.

Basta leggere quello che ha affermato. Miccichè ha detto che con l'abolizione dei vitalizi sarebbe dovuto tornare a vivere con suo padre. Voglio dire a Miccichè non preoccuparti, puoi sempre andare alla Posta e chiedere il reddito di cittadinanza".

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