B-52H riarmati per attacco nucleare: cosa rivela la mossa Usa

Il Congresso Usa sta lavorado per ripristinare la possibilità di bombardamento atomico di 30 B-52H

B-52H riarmati per attacco nucleare: cosa rivela la mossa Usa
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Il Congresso degli Stati Uniti si sta adoperando per ripristinare la capacità di bombardamento atomico di circa 30 bombardieri B-52H che erano stati precedentemente convertiti per sganciare solo munizioni convenzionali in forza del trattato sul controllo degli armamenti New Start siglato con la Russia.

Come riferisce Defense News, i progetti di legge sulla politica di Difesa del Senato e quelli della Camera per il 2025 richiederebbero all’U.S. Air Force di reintegrare questi bombardieri convenzionali nella triade nucleare statunitense (formata da bombardieri strategici, missili balistici intercontinentali e sottomarini lanciamissili balisti) quasi un decennio dopo aver rimosso tali capacità.

A settembre 2015, infatti, proprio 30 B-52H hanno visto togliere la possibilità di attacco atomico per rispettare le clausole del trattato New Start, che limita sia il numero delle testate nucleari dispiegate e dispiegabili, sia quello dei vettori che le trasportano.

La decisione statunitense di quel tempo prendeva le mosse anche dalla possibilità di vedere in servizio il nuovo bombardiere strategico B-21 “Raider” - allora definito nuclear-capable long range strike bomber – a metà degli anni '20, ma sappiamo che il nuovo velivolo ha compiuto da poco il suo primo volo, pertanto è logico supporre che i primi B-21 arriveranno ai reparti non prima del 2027/2028.

A quel tempo, i programmi erano per un riduzione generale dei vettori aerei e si erano prefissati un massimo di 60 tra B-52H e B-2 (il B-1B da tempo ha perso la sua capacità di attacco atomico), ma i recenti sviluppi dei rapporti con la Russia hanno suggerito ai legislatori statunitensi di recuperare parte della capacità di bombardamento nucleare andata perduta: Mosca ha infatti sospeso unilateralmente la sua partecipazione al New Start a inizio del 2023, quindi di fatto non è più sottoposta ai suoi obblighi giuridici, sebbene il presidente Vladimir Putin in quella occasione avesse affermato che non intendeva ritirarsi, lasciando quindi aperta la possibilità della sua rientrata in vigore.

Il New Start fissava, come accennato, dei limiti alle testate e ai vettori: nella fattispecie ciascuna delle due parti non può avere attivi più di 800 i sistemi di lancio per missili balistici intercontinentali terrestri (Icbm) e missili balistici lanciati da sottomarini (Slbm) nonché bombardieri pesanti. All’interno di quel totale, ciascuna parte non può detenere più di 700 tra Icbm, Slbm e bombardieri con capacità atomica effettivamente schierati. Il trattato limita anche ciascuna parte a non possedere più di 1550 testate disponibili.

Questo trattato è stato prorogato, dopo la sua scadenza decennale, nel 2021 e cesserà di essere valido nel 2026, e le prospettive per il suo futuro rinnovo non sono affatto rosee considerando che entrambe le parti stanno attivamente lavorando per schierare nuovi sistemi di missili balistici e da crociera a raggio medio e intermedio, prima proibiti da un altro trattato, l'Inf, ormai decaduto.

La possibilità che Mosca e Washington si siedano intorno a un tavolo per ridiscutere un accordo sul disarmo nucleare sono oggi, oggettivamente, molto scarse data la dialettica tra le due superpotenze atomiche, pertanto al Congresso, anche a fronte del vantaggio numerico della Russia sulle armi nucleari non strategiche, hanno deciso di ripristinare la missione nucleare per i vecchi bombardieri B-52H, che resteranno la spina dorsale del Global Strike Command Usa almeno sino all'arrivo di tutti i 100 B-21 previsti.

I 30 B-52H dovrebbero essere tutti ripristinati per il bombardamento atomico entro il 2029, e fanno parte della flotta totale di 76 di questi bombardieri (convenzionali e nucleari) in forza all'U.S. Air Force. Considerando che andranno tutti incontro a modernizzazione per prolungarne la vita operativa (si parla di 2050/2060), la spesa aggiuntiva per il reintegro della missione nucleare non sarà astronomica.

Quanto deciso dal

Congresso, oltre a sottolineare la crisi dei rapporti tra Stati Uniti e Russia, evidenzia anche come i ritardi accumulati dal programma B-21 ora siano diventati importanti per la deterrenza nucleare statunitense.

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