
Sviluppare un caccia di sesta generazione per rafforzare il proprio esercito e tenere a bada le crescenti tensioni regionali: è questo l'obiettivo che potrebbe presto prefissarsi la Corea del Sud, alle prese con i test missilistici della Corea del Nord e con una Cina sempre più potente. Lo ha lasciato intendere Shin Dong Hak, vicepresidente dello sviluppo commerciale internazionale di Korea Aerospace Industries (KAI), secondo il quale la tecnologia presente al Paris Air Show - tra cui i caccia di quarta generazione e i velivoli senza pilota – rappresenterebbe un "elemento chiave" del passaggio ai caccia di sesta generazione. Seoul potrebbe presto unirsi alla corsa globale per la realizzazione di questi velivoli insieme a Cina e Stati Uniti.
In arrivo un super caccia per Seul?
A Parigi, ha fatto presente il South China Morning Post, la KAI ha esposto il KF-21 Boramae, il suo ultimo caccia di 4.5a generazione, l'aereo da combattimento leggero FA-50 e un aereo da combattimento senza pilota di nuova generazione. Ciascuno di questi velivoli era accompagnato da numerosi velivoli aerei senza pilota (UAV), il che suggerisce che il colosso sudcoreano stia lavorando su un teaming con e senza equipaggio, un elemento chiave della guerra aerea di nuova generazione dove i droni operano insieme ad aerei pilotati per aumentare il loro raggio d'azione e fungere da scudo difensivo.
Il KF-21, per la cronaca, è il primo aereo da caccia di 4.5a generazione prodotto in Corea del Sud; la sua entrata in servizio è prevista entro la fine dell'anno prossimo. Il suo design parzialmente stealth riceverà un aggiornamento di quinta generazione e Shin ha spiegato che questo non rappresenterà la fine del processo. "Quindi stiamo esponendo prodotti che costituiscono la base delle capacità di sesta generazione", ha affermato aggiungendo che "l'obiettivo di sviluppo è in definitiva orientato verso la sesta generazione". Il KF-21 si differenzia dai suoi simili perché è stato in grado di effettuare la transizione "più rapida" per diventare un caccia di sesta generazione grazie all'applicazione di capacità stealth e di un software di pilotaggio con intelligenza artificiale che controlla i droni da combattimento multiruolo. Ma non basta...
Sognando la sesta generazione
Il concetto di sesta generazione è in realtà già implementato nel KF-21. Il primo passo, ha evidenziato lo stesso Shin, consiste infatti nell'applicazione della furtività del velivolo, che avverrà intorno al 2030. Poi verrà installato un software di intelligenza artificiale e sarà collegato ad un drone da combattimento multiruolo. KAI sta lavorando anche ad un sistema di comando e controllo che sarà "iperconnesso da terra all'aria e persino allo spazio, basato su satelliti per comunicazioni".
"Sviluppare un aereo in sé comporterà molti problemi e difficoltà, ma in particolare ci siamo concentrati sull'hardware e sul software. Penso che sarà un po' impegnativo avere capacità così estese che non abbiamo mai sperimentato, ma come ho detto, possiamo superarlo perché abbiamo il portafoglio", ha quindi concluso Shin.
La consegna di aerei da combattimento richiede in genere circa 20 anni dal loro "concetto iniziale". In Cina un anno fa un filmato apparso sui social ha mostrato un velivolo con un design triangolare senza coda. Il numero di serie suggeriva che il velivolo fosse stato designato come J-36. Un'altra foto ha invece immortalato un altro progetto di aereo, caratterizzato da ali a V e due motori, che gli analisti hanno provvisoriamente denominato J-50.
Nel frattempo, negli Usa, Donald Trump ha messo fine alle speculazioni secondo cui il programma statunitense Next Generation Air Dominance sarebbe stato abbandonato a causa di vincoli di bilancio, concedendo alla Boeing il contratto per la costruzione del jet da combattimento di sesta generazione dell'aeronautica militare statunitense, denominato F-47, la cui entrata in servizio è prevista per il 2030.