Centomila tonnellate di diplomazia: cosa trasporta la portaerei Uss Ford in rotta verso il Venezuela

La Uss Gerald R. Ford, portaerei più moderna della flotta degli Stati Uniti, ha ricevuto l'ordine di raggiungere la Task Force che incrocia nel Mar dei Caraibi. Un altro simbolo della potenza di Washington a poca distanza da Caracas

Centomila tonnellate di diplomazia: cosa trasporta la portaerei Uss Ford in rotta verso il Venezuela
00:00 00:00

La Uss Gerald R. Ford, la più moderna portaerei della flotta statunitense, è già in rotta. Porta con sé le cinque unità di superficie armate con missili da crociera che compongono il suo Gruppo da battaglia, ma anche e soprattutto quattro squadriglie di caccia imbarcati Super Hornet e una squadriglia di aerei da combattimento per la guerra elettronica Growler. Avvistata ieri nel Mar Adriatico, al largo di Spalato in Croazia, potrebbe essere in "zona operazioni" entro dieci giorni.

Per gli analisti, possono volerci tra una e due settimane di navigazione, e la portaerei Uss Gerald R. Ford, salpata dalla sua posizione presso l'U.S. European Command per fare rotta attraverso il Mediterraneo, oltre lo stretto di Gibilterra, fino al Mar dei Caraibi, dove raggiungerà un nutrito dispositivo militare che già incrocia da oltre un mese nella regione e, oltre ad appoggiare le operazioni militari condotte contro i narcos, al momento unico obiettivo del "conflitto armato non internazionale" perseguito dal Pentagono, sembra essere a tutti gli effetti un possente strumento di pressione sulle decisioni politiche del Venezuela.

Caccia per la guerra elettronica e navi lanciamissili al seguito

Al seguito della portaerei a propulsione nucleare che porta con sé quattro squadriglie di caccia imbarcati F/a-18 Super Hornet, i "Tomcatters", “Ragin Bulls”, “Golden Warriors” e i “Black Lions”, oltre una squadriglia degli indispensabili jet per la guerra elettronica Ea-18 Growler della Electronic Attack Squadron "Gray Wolves", ci sono altre cinque unità di superficie che compongono il suo Carrier Strike Group. Stiamo parlando dei cacciatorpediniere lanciamissili classe Arleigh Burke, Uss Winston S. Churchill, Uss Mitscher, Uss Mahan, Uss Bainbridge e Uss Forrest Sherman.

I cacciatorpediniere sono tutti dislocati in altre coordinate del Mediterraneo, e non necessariamente compresi nella traversata, dal momento che nel Mare dei Caraibi sono già presenti 12 unità da battaglia, compresa la nave comando per operazioni speciali M/v Ocean Trader e un sottomarino nucleare classe Los Angeles. Di norma il gruppo di battaglia di una portaerei fa affidamento su un sottomarino d'attacco al suo seguito, quindi potrebbero presto diventare "due o più" i sottomarini armati di missili da crociera Tomahawk al largo delle coste venezuelane.

Il simbolo della proiezione di potenza

La presenza di una portaerei è emblematica poiché viene considerata un vettore necessario per il supporto di una grande operazione anfibia e terrestre - in parole povere, un'invasione - come quella che alcuni temono potrebbe essere realmente considerata tra le opzioni del Pentagono per rovesciare lo stato sudamericano e mettere fine ai cartelli della droga che operano sul suo territorio.

Queste altre "centomila tonnellate di diplomazia" seguite dalle navi lanciamissili e sottomarini che affiancheranno tre navi da trasporto anfibio cariche di Marines che stazionano nei Caraibi da settimane, con i loro elicotteri d'attacco Viper e Cobra e gli aerei da attacco al suolo Harrier sul ponte, sono il tassello finale di quella che ha sempre più l'aspetto di una flotta d'invasione che sembra avere un solo, vero, unico obiettivo: persuadere il presidente venezuelano Nicolás Maduro o il resto del governo di Caracas con la proiezione di potenza su cui può contare la Casa Bianca, se necessario. Cosa potrebbe essere ritenuto necessario dall'Amministrazione Trump per quanto concerne il Venezuela e l'impiego della sua potenza militare, tuttavia, è ancora oggetto di ipotesi e speculazioni senza possibilità di conferme ufficiali.

Nelle scorse settimane, in concomitanza con la notizia che il presidente Donald Trump ha dato il via libera ai servizi segreti per la conduzione di "operazioni coperte" contro i cartelli della droga, anche all'interno del territorio venezuelano, se necessario, alcune

indiscrezioni hanno portato fonti della stampa estera a dichiarare che sia il direttore della Cia, John Ratcliffe, che il segretario di Stato, Marco Rubio, appoggerebbero un "colpo di Stato in Venezuela".

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica