Dal Giappone a Taiwan: così prende forma la muraglia missilistica anti Cina

Nuove armi per contenere eventuali attacchi di Pechino: ecco la strategia che stanno adottando i principali partner degli Stati Uniti nella regione

Dal Giappone a Taiwan: così prende forma la muraglia missilistica anti Cina
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Una grande barriera di missili per circondare la Cina, o quanto meno mettergli apprensione data la sua postura sempre più risoluta nei mari dell'Asia-Pacifico. È questa la strategia che stanno adottando i principali partner degli Stati Uniti nella regione, in testa a tutti Giappone, seguito da Taiwan e, in parte, Filippine. Da mesi gli Usa sono infatti impegnati a vendere, cedere, spostare armi sempre più potenti in un'area sempre più strategica tanto per l'amministrazione statunitense quanto per Pechino. Ecco, dunque, che a queste latitudini sta silenziosamente prendendo forma una muraglia militare americana sotto forma di missili che si aggiunge alle due cosiddette catene di isole.

I nuovi sistemi missilistici del Giappone

Il ministero della Difesa del Giappone, per esempio, ha annunciato che l'impiego del missile terra-nave Type 12 potenziato verrà accelerato e che le prime unità terrestri saranno dislocate a Kumamoto entro la fine dell'anno fiscale. Il sistema è progettato per estendere la portata d'attacco di Tokyo, con il nuovo jolly che dovrebbe raggiungere una gittata di circa 1.000 chilometri, rispetto alle attuali poche centinaia di chilometri. Il ministro della Difesa, Generale Nakatani, ha sottolineato il valore deterrente del programma. "Sarà possibile ridurre la possibilità di un attacco armato contro il Giappone", ha dichiarato l'alto funzionario nipponico.

La versione lunga del Type 12 terrestre, ha scritto il Japan Times, ha quasi completato lo sviluppo, mentre i test per i modelli imbarcati e aviolanciati sono in fase di accelerazione. Il ministero ha affermato che il missile sarà installato sul cacciatorpediniere Teruzuki e sui caccia F-2 potenziati di stanza presso la base aerea di Hyakuri, nella prefettura di Ibaraki. Secondo il piano, il primo dispiegamento avverrà presso la guarnigione Kengun della Japan Ground Self-Defense Force nella città di Kumamoto, seguita dall'espansione alla guarnigione Fuji della GSDF nella prefettura di Shizuoka nell'anno fiscale 2027.

Il governo sta inoltre portando avanti altri sistemi a lungo raggio. Lo sviluppo di una nuova bomba planante ad alta velocità, destinata alla difesa delle isole remote, sarà anticipato di un anno, con l'impiego previsto per l'anno fiscale 2025 presso la guarnigione di Fuji. Unità specializzate per l'impiego delle bombe plananti saranno invece create presso la guarnigione di Kamifurano a Hokkaido e la guarnigione di Ebino nella prefettura di Miyazaki nell'anno fiscale 2026.

I missili di Taiwan

L'introduzione di missili stand-off riflette un chiaro cambiamento nella strategia di sicurezza del Giappone. Per decenni, Tokyo si è affidata quasi esclusivamente a sistemi difensivi. Ora, sotto la crescente minaccia di Cina, Russia e Corea del Nord, il governo sta investendo massicciamente in armi che gli consentano di colpire siti di lancio e basi che minacciano il Paese.

Allo stesso tempo, nel cuore del Mar Cinese Meridionale, Taiwan si sta muovendo per ampliare la sua scorta di missili di difesa aerea Stinger. Taipei, in particolare, sta pianificando un acquisto supplementare di diverse migliaia di proiettili per un valore di 340 milioni di dollari, in una mossa che segue un precedente pacchetto di 2.621 Stinger trasportabili dagli Stati Uniti.

Secondo il quotidiano taiwanese Liberty Times Net, l'esercito dell'isola ha confermato che l'acquisto supplementare è un programma separato dal precedente acquisto di sistemi portatili.

I primi 500 missili e i relativi lanciatori dell'ordine iniziale dovrebbero arrivare a Taiwan entro la fine di quest'anno, suddivisi equamente tra Esercito e Marina. I restanti 2.121 missili saranno consegnati in più fasi all'Esercito, alla Marina e alla Polizia Militare entro il 2026 e oltre.

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