
Ci sono un paio di dossier scottanti sul tavolo di Stati Uniti e Giappone. I media nipponici hanno infatti scritto che Donald Trump avrebbe parlato di due importanti programmi militari con uno dei più stretti alleati nell'Indo-Pacifico degli Usa: il Giappone. I temi affrontati? Da un lato il Golden Dome, lo scudo missilistico di ultima generazione proposto dal tycoon proteggere il territorio continentale statunitense da ogni tipo di minaccia; dall'altro il caccia di sesta generazione F-47. Che cosa c'entra Tokyo? Pare che Trump abbia discusso con il primo ministro giapponese Shigeru Ishiba in merito ad una potenziale collaborazione di Tokyo nello sviluppo dello scudo missilistico. L'inquilino della Casa Bianca avrebbe inoltre proposto al Giappone di acquistare i suddetti aerei da combattimento per rafforzare così un ipotetico asse anti cinese nell'Indo-Pacifico.
La proposta di Trump
Secondo quanto riportato dal Nikkei Asian Review, il Giappone starebbe valutando la possibilità di sostenere l'iniziativa statunitense Golden Dome su apertura statunitense. Lo scudo missilistico annunciato da Trump, del resto, dovrebbe costare circa 175 miliardi di dollari: un'enormità che andrebbe ad aggiungersi ad altre sfide tecniche. Ecco, dunque, che il presidente Usa starebbe vagliando l'ipotesi di cercare partner in grado di condividere con Washington i costi di sviluppo e di messa in funzione del dispositivo avveniristico, nonché quelli relativi alla creazione di sofisticati intercettori per contrastare le minacce missilistiche nemiche. Perché proprio il Giappone? Si tratta di una nazione che potrebbe dare un contributo significativo al sistema, data la sua pregressa esperienza nello sviluppo di intercettori.Tokyo potrebbe inoltre contribuire con finanziamenti o risorse, come la ricerca e sviluppo (R&S) o la produzione, per compensare i costi del jolly Usa.
Per il Giappone, inoltre, il Golden Dome rappresenterebbe un'offerta allettante: in primis perché è alle prese con una minaccia missilistica sempre più grave da parte di Cina, Corea del Nord e Russia. Tokyo e Washington hanno poi già collaborato in passato alla difesa contro i missili balistici e attualmente stanno lavorando insieme allo sviluppo di un intercettore missilistico ipersonico, noto come Glide Phase Interceptor (GPI). Non è finita qui, perché il governo nipponico potrebbe usare la sua partecipazione all'iniziativa come merce di scambio per ottenere concessioni nei colloqui commerciali in corso con Washington. L'amministrazione Ishiba, non a caso, starebbe valutando un aumento degli acquisti di materiale bellico Usa, oltre che una collaborazione per la ricostruzione e la riparazione delle navi da guerra statunitensi in Giappone.
Nuovi caccia Usa per il Giappone?
L'Asahi Shimbun ha invece scritto che Trump avrebbe tirato fuori la questione dell'F-47 durante una recente chiamata con Ishiba. Il presidente statunitense avrebbe anche parlato dell'F-22 - che gli Usa non hanno mai venduto a Tokyo a causa della delicatezza del know how tecnologico alla base del velivolo – e dell'F-55, una variante bimotore aggiornata dell'F-35.
I giornali nipponici spiegano che Trump si sarebbe limitato a chiedere a Ishiba se il Giappone fosse interessato ad acquistare aerei da combattimento di fabbricazione statunitense, senza sollecitare esplicitamente il partner a farlo. E però l'amministrazione Usa non ha mai fatto mistero della sua intenzione di immettere il velivolo sul mercato delle esportazioni.
Ricordiamo che durante l'annuncio dell'F-47, Trump aveva affermato che gli alleati degli Stati Uniti "ci chiedono costantemente" di ottenere una versione per l'esportazione del caccia.
Lo venderemo a "certi alleati forse in versioni attenuate. Vorremmo attenuarle di circa il 10%, il che probabilmente ha senso, perché un giorno, forse non saranno più nostri alleati, giusto?", aveva spiegato il tycoon. Che il Giappone sia il primo della lista?