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I sottomarini che terrorizzano la Cina: la mossa che potrebbe cambiare tutto

Il potenziamento di alcuni sottomarini giapponesi sta minacciando l'espansione navale cinese nell'Asia-Pacifico. Ecco che cosa sappiamo

I sottomarini che terrorizzano la Cina: la mossa che potrebbe cambiare tutto
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La Cina continua a espandere la propria potenza militare nei mari del Pacifico. Con una flotta che supera già per numero di navi da guerra quella degli Stati Uniti - e l'obiettivo dichiarato di raggiungere le 435 unità entro il 2030 - la Marina dell'Esercito Popolare di Liberazione (PLAN) cinese sembrerebbe esser destinata a stabilire un crescente dominio nella regione. Tuttavia, mentre Pechino stringe i muscoli, un inatteso impulso strategico proveniente dal Giappone sta iniziando a preoccupare il Dragone. La vera minaccia, infatti, non arriva direttamente da Washington, ma da Tokyo. E risiederebbe in una mossa che riguarda alcuni particolari sottomarini...

I sottomarini del Giappone

Al netto di una flotta numericamente modesta (solo 24 sottomarini convenzionali), il Giappone è stato il primo al mondo a schierare operativamente battelli, come quelli di classe Taigei, equipaggiati con avanzatissime batterie agli ioni di litio. Ecco: come ha spiegato il portale Eurasiantimes, questa innovazione radicale elimina la necessità della propulsione AIP (Air-Independent Propulsion) tradizionale, garantendo ai sottomarini giapponesi un'autonomia in immersione fino a oltre un mese in modalità a bassa potenza e, soprattutto, un silenzio assoluto che li rende quasi impossibili da tracciare.

Questi battelli hi-tech, con la loro manovrabilità superiore e l’assetto furtivo, sono stati definiti da esperti internazionali come una "spina nel fianco" per la PLAN, ribaltando l'equazione della superiorità puramente numerica cinese. Un simile vantaggio qualitativo, unito alla posizione geografica strategica del Giappone, starebbe insomma preoccupando la Cina. Operando nei punti di strozzatura cruciali della cosiddetta Prima Catena di Isole – in particolare lo Stretto di Miyako, vitale per l'accesso al Pacifico – i citati sottomarini iper-silenziosi nipponici rappresentano una sferza in grado di interdire il movimento della flotta cinese e mettere a repentaglio qualsiasi operazione anfibia contro Taiwan.

Un problema per la Cina?

La loro quasi invisibilità sta costringendo la Cina a investire massicciamente, e con urgenza, nello sviluppo di capacità anti-sottomarino (ASW) e di sorveglianza avanzata, deviando risorse preziose dai suoi ambiziosi piani di proiezione globale della forza. Dieci dei sottomarini giapponesi della classe Soryu, operativi dal 2009, sono dotati di motore Stirling AIP con batterie al piombo tradizionali. Questi sottomarini diesel-elettrici di classe Soryu, noti anche come 16SS ed evoluzione, di fatto, dei Taigei, utilizzano la tecnologia AIP basata sui motori Kockums Stirling, costruiti su licenza dalla Kawasaki Heavy Industries, che consente loro di rimanere immersi per lunghi periodi (fino a due settimane).

I classe Soryu sono tra i più grandi sottomarini convenzionali mai costruiti: misurano circa 84 metri di lunghezza e 9,1 metri di larghezza, con un dislocamento in immersione di circa 4.200 tonnellate. Nonostante non siano nucleari, le enormi dimensioni conferiscono ai mezzi le capacità prossime alle acque profonde, consentendo di effettuare operazioni lontano dalle acque nazionali per lunghi periodi.

Dotata di una caratteristica poppa a forma di X che garantisce furtività e manovrabilità, di un sonar avanzato e di un potente armamento di siluri/missili, la classe Soryu è dunque una risorsa fondamentale per il Giappone nel contrastare minacce regionali come Cina e Corea del Nord.

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