La rivoluzione nucleare della Cina: così Pechino avrà 1500 super missili entro il 2035

La Cina potrebbe raggiungere quota 1.500 missili balistici intercontinentali dotati di testate nucleari entro il 2035. Ecco che cosa sappiamo

La rivoluzione nucleare della Cina: così Pechino avrà 1500 super missili entro il 2035
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L'allarme degli esperti continua a suonare sempre più forte. L'ultimo paper del think tank svedese Stockholm International Peace Research Institute (SIPRI) ha confermato i timori del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti secondo il quale la Cina possiederebbe già più testate di Regno Unito e Francia messi insieme. Non solo: Pechino sta espandendo il proprio arsenale più rapidamente di qualsiasi altra nazione. Dal 2023 in poi, infatti, il Dragone ha aggiunto circa 100 nuove testate all'anno nel suo paniere segnando un'escalation significativa delle capacità nucleari nazionali. C'è dell'altro: il SIPRI ha chiarito che la Cina potrebbe raggiungere quota 1.500 missili balistici intercontinentali dotati di testate nucleari entro il 2035. Un numero rilevante ma che dovrebbe comunque restare inferiore a quello di Usa e Russia.

La rivoluzione nucleare della Cina

Come ha spiegato il portale Eurasiantimes l'espansione nucleare apparentemente non trasparente della Cina e la sua crescente ambiguità sulla sua dichiarata strategia nucleare, confonde gli analisti. Pechino mantiene infatti sempre le sue capacità nucleari al livello minimo, segue una politica di "nessun primo utilizzo" di queste armi e si impegna a non usare o minacciare di impiegare il nucleare contro Stati non nucleari e zone libere da armi nucleari. Nel suo ultimo rapporto il SIPRI ha tuttavia scritto che la Cina possiede l'arsenale nucleare in più rapida crescita al mondo. Attualmente, il Paese guidato da Xi Jinping possiede almeno 600 testate nucleari.

La stima del SIPRI è tra l'altro simile a quella dell'ultimo China Military Power Report del Pentagono, pubblicato nel dicembre 2024, per il quale la Cina all'epoca possedeva oltre 600 testate nucleari operative. L'analisi Usa sosteneva poi che il Dragone fosse sulla buona strada per aumentare il proprio arsenale fino a 1.000 testate entro il 2030.

Secondo il SIPRI, invece, entro il 2030 la Cina potrebbe avere un numero di missili balistici intercontinentali (ICBM) pari a quelli degli Stati Uniti o della Russia. Ma la strada da fare per il gigante asiatico è ancora lunga: gli Stati Uniti possiedono 5.177 testate, mentre la Russia 5.459. A gennaio 2025, la Cina aveva completato o stava per completare circa 350 silos per missili balistici intercontinentali in tre regioni desertiche a nord e in tre aree montuose a est. Ebbene, entro la fine del decennio il modo in cui Pechino sta riorganizzando le proprie forze potrebbe consentire al Paese di eguagliare il numero di missili balistici intercontinentali di Mosca o Washington.

Futuro sempre più nucleare

"A seconda di come deciderà di strutturare le sue forze, la Cina potrebbe potenzialmente avere almeno tanti missili balistici intercontinentali quanto la Russia o gli Stati Uniti entro la fine del decennio, anche se si prevede che le sue scorte di testate nucleari rimarranno molto più piccole di quelle di entrambi questi due Paesi", ha chiarito il SIPRI. Di recente Pechino ha potenziato i suoi missili balistici intercontinentali DF-5 con più veicoli di rientro indipendenti (MIRV), consentendo a ciascun missile di trasportare più testate in grado di colpire bersagli diversi, e negli ultimi cinque anni ha anche schierato il missile DF-41 dotato di tecnologia MIRV. Se il Dragone riempisse ciascuno dei suoi nuovi silos in costruzione con un missile a testata singola, avrebbe la capacità di schierare circa 650 testate sui suoi missili balistici intercontinentali entro un altro decennio, ma se ogni silos fosse riempito con un missile dotato di tre MIRV, questo numero potrebbe salire a più di 1.200 testate.

Insomma, il SIPRI ritiene che la Cina sia "nel mezzo di una significativa modernizzazione ed espansione del proprio arsenale nucleare".

Questa espansione include il riequipaggiamento dei suoi sottomarini lanciamissili balistici Type 094 o SSBN (nave sommergibile, balistica, nucleare) con missili a lungo raggio, oltre allo sviluppo di un nuovo SSBN Type 096 e di bombardieri strategici. E alla modernizzazione di un arsenale missilistico già nutrito.

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