Gli Usa spostano il sistema Typhon vicino alla Cina: cosa vuol dire e cosa può succedere

Gli Usa hanno schierato per la prima volta un sistema terrestre per lancio di missili da crociera nelle Filippine per un'esercitazione congiunta

Gli Usa spostano il sistema Typhon vicino alla Cina: cosa vuol dire e cosa può succedere
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L'esercito americano ha inviato per la prima volta all'estero elementi del suo nuovissimo sistema missilistico terrestre, chiamato Typhon, per prendere parte a un'esercitazione nelle Filippine. Il Typhon può lanciare missili da crociera Tomahawk e missili multiuso SM-6 “Standard”, con questi ultimi che, almeno inizialmente, funzioneranno in modalità di attacco terrestre alla stregua di un missile balistico.

L'arrivo del sistema Typhon invia un chiaro segnale a Pechino e si può considerare l'anteprima di quanto si osserverà in futuro con la messa in esecuzione dei nuovi piani congiunti Usa-Filippine per il loro schieramento permanente nelle isole. Il governo filippino, infatti, ha stretto accordi con Washington per l'apertura di nuovi insediamenti militari statunitensi nell'arcipelago a fronte del sempre più aggressivo atteggiamento cinese nel Mar Cinese Meridionale.

Tornando al Typhon, non è chiaro quali elementi del complesso sistema di lancio siano stati dislocati nelle Filippine per prendere parte all'esercitazione “Salaknib 24”, cominciata lo scorso 8 aprile per terminare venerdì 19, e non sappiamo nemmeno se ci sarà una prova di tiro o dove si trovino in questo momento. Se armato con missili da crociera Tomahawk, il Typhon permette di mettere sotto tiro bersagli terrestri e marittimi in un raggio di circa 1600 miglia, mentre l'impiego degli SM-6 (nati come missili da difesa aerea e antimissile), anche solo come armi superficie-superficie, offre ulteriori capacità e flessibilità.

Dall'isola di Luzon, un Tomahawk ha un raggio d’azione più che sufficiente per raggiungere l’angolo sud-orientale della Cina continentale, così come l’isola di Hainan con le sue principali basi navali, nonché, ovviamente, le isole occupate dalla Cina nel Mar Cinese Meridionale dove Pechino ha stabilito presidi militari. Quest’ultimo punto è fondamentale date le attuali tensioni tra Pechino e Manila per la sovranità su un atollo di quello specchio d'acqua conteso.

Il sistema Typhon ha quattro lanciatori verticali montati su semirimorchio, un posto di comando, oltre a veicoli di ricarica e supporto tutti su rimorchi. I dati di lancio (anche di tracciamento per quanto riguarda gli SM-6) sono forniti da fonti esterne, e una batteria completa utilizza quattro veicoli di lancio, per un totale quindi di 16 missili pronti al fuoco. La variante SM-6 più aggiornata attualmente in servizio, la Block IA, è un missile superficie-aria utilizzato dalla U.S. Navy ma ha anche capacità di colpire bersagli terrestri, mentre il Tomahawk è principalmente un missile da attacco terrestre, ma le versioni attuali hanno anche una certa capacità antinave. La nuova variante Block IB dell’SM-6 è attualmente in fase di sviluppo e si prevede che avrà velocità ipersonica e altre capacità migliorate e potrebbe essere usata dal sistema Typhon.

La Cina per il momento non si è pronunciata direttamente su questa questione, preferendo affermare che l'alleanza tra Usa e Filippine serve come garanzia di sicurezza da parte di una potenza dominante verso una subordinata e la incoraggia ad assumere comportamenti aggressivi e sostenendo che le sue rivendicazioni sul Mar Cinese Meridionale sono “completamente legittime, giustificare e irreprensibili” invitando il governo di Manila a desistere sostenendo che Pechino non permetterà mai alle Filippine di agire volontariamente su quella questione.

Molto probabilmente il silenzio del Politburo si trasformerà in una dimostrazione di forza in quelle acque contese esacerbando le attività coercitive e aggressive verso il naviglio filippino oppure mettendo in scena un qualche tipo di esercitazione aeronavale a seguito di queste manovre tra le Filippine e gli Stati Uniti.

Non è da escludere nel medio termine il dispiegamento nelle isole occupate dalla Cina nell'arcipelago delle Spratly e delle Paracelso, e già militarizzate, di sistemi mobili per missili anti-nave e da crociera, per cercare di avvicinare ulteriormente la minaccia al territorio filippino.

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