"Usa irrilevanti": la strana profezia sul futuro di Trump

Il futuro fa paura, spaventa, terrorizza gli Usa perché, come si legge in un editoriale apparso sul New York Times, il famigerato secolo cinese potrebbe essere già iniziato...

"Usa irrilevanti": la strana profezia sul futuro di Trump
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La guerra dei dazi tra Usa e Cina? È soltanto la punta più visibile di un iceberg enorme. L'amministrazione guidata da Donald Trump ha cercato di arginare l'ascesa economica di Pechino a suon di tariffe ma c'è ancora da capire, dopo la tregua momentanea, cosa accadrà tra le due potenze globali. Il futuro fa paura, spaventa, terrorizza Washington perché, come si legge in un editoriale apparso sul New York Times, il famigerato "secolo cinese" potrebbe essere già iniziato. Durissimo il commento firmato Kyle Chan, esperto di politica industriale cinese presso la prestigiosa Princeton University: "Non importa che Washington e Pechino abbiano raggiunto una tregua inconcludente e temporanea […] Trump ha immediatamente proclamata una vittoria, ma questo non fa che evidenziare il problema fondamentale per l'amministrazione Trump e per l'America: una miope attenzione a scaramucce insignificanti, mentre la guerra più ampia con la Cina viene decisamente persa".

Cosa succederà tra Usa e Cina

Gli analisti hanno spesso usato il concetto di "secolo cinese" per riferirsi ad un mondo nel quale la Cina sfrutta il suo vasto potenziale economico e tecnologico per superare gli Stati Uniti e riorientare il potere globale attorno a un polo incentrato su Pechino (e non più sull'Occidente). Il commento apparso sulle pagine del NYT sottolinea come i dazi adottati da Trump stiano mettendo a repentaglio l'accesso delle aziende statunitensi ai mercati globali e alle catene di approvvigionamento. Un disastro che si aggiunge alla riduzione dei finanziamenti pubblici per la ricerca e l'indebolimento dei centri universitari.

E la Cina? Anche lei deve fare i conti con enormi problemi economici. Ma al tempo stesso Pechino è leader nella produzione globale in diversi settori: acciaio, alluminio, cantieristica navale, batterie, energia solare, veicoli elettrici, turbine eoliche, droni, apparecchiature 5G, elettronica di consumo, principi attivi farmaceutici e treni ad alta velocità... Il Dragone dovrebbe inoltre rappresentare il 45% – quasi la metà – della produzione globale entro il 2030, ed è pronto a ipotecare il futuro. Lo scorso marzo il governo cinese ha infatti annunciato un fondo nazionale di capitale di rischio da 138 miliardi di dollari per effettuare investimenti a lungo termine in tecnologie all'avanguardia come l'informatica quantistica e la robotica, e ha aumentato il budget per la ricerca e lo sviluppo pubblici.

Il ruggito del Dragone

Insomma, mentre la Cina dirotta risorse, cervelli e investimenti nell'hi-tech con uno sguardo orientato al futuro, Trump continua ad insistere con i dazi. "Non sembra nemmeno rendersi conto della portata della minaccia rappresentata dalla Cina", ha rincarato la dose Chan, lasciando intendere che a Washington ci sono ancora troppe persone che considerano il gigante asiatico una banale "fabbrica del mondo".

Al contrario, gli Stati Uniti dovrebbero rendersi conto che né i dazi né altre pressioni commerciali indurranno la Cina ad abbandonare la propria strategia economica statale e ad adottare improvvisamente politiche industriali e commerciali che gli americani considerano eque. Anzi, Pechino sta raddoppiando il suo approccio statale concentrandosi sul raggiungimento del predominio nei settori high-tech.

"L'ossessione ottusa di Trump per soluzioni tampone a breve termine come i dazi, mentre mina attivamente ciò che rende forte l'America, non farà altro che accelerare l'avvento di un

mondo dominato dalla Cina", si legge ancora nell'editoriale del NYT. Il tempo stringe e il duello Usa-Cina è sempre più strategico. Per i due Paesi coinvolti nel braccio di ferro ma anche per il mondo intero.

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