Vitamina D, a cosa serve e a per chi è sconsigliata

Scopriamo quali sono i benefici della vitamina D per l’organismo e a chi è sconsigliata la sua integrazione

Vitamina D, a cosa serve e a per chi è sconsigliata
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La vitamina D è un micronutriente prezioso per l’organismo.

Eppure un sovradosaggio come si è verificato questa estate nelle Isole Baleari può provocare seri danni di salute. Questo fatto di cronaca ha avuto come protagoniste 16 persone che sono state ricoverate con urgenza dopo aver assunto un integratore di vitamina D dalla formulazione errata, acquistato online senza supervisione medica. I pazienti avevano riscontrato nausea, vomito e forte dolore addominale.

A cosa serve la vitamina D

Chiamata anche calciferolo, è una vitamina liposolubile che viene immagazzinata nel fegato. È fondamentale per l’assorbimento del calcio e del fosforo nell’organismo. Viene chiamata comunemente “la vitamina del sole” perché l’organismo la sintetizza naturalmente grazie alla luce solare. Previene l’osteoporosi e il rischio di fratture.

Benefica per la salute della pelle, aiuta a prevenire la psoriasi e la dermatite atopica. Fa bene all’umore perché stimola la produzione di endorfine, serotonina e dopamina. Sono quest’ultimi degli ormoni che contribuiscono a consolidare uno stato di benessere generale.

Utile anche per regolarizzare il livello di zuccheri nel sangue. Favorisce la produzione delle proteine e il trasporto di calcio necessario alla contrazione dei muscoli. Serve anche per rafforzare il sistema immunitario e contrastare l’attacco di virus e batteri riducendo infiammazioni e infezioni.

A chi è sconsigliata l’integrazione

Purtroppo sono pochi gli alimenti naturalmente ricchi di vitamina D, tra cui pesci grassi in primis salmone, tonno e sgombro. Ne sono una riserva preziosa sono l’olio di fegato di merluzzo, il fegato di manzo, i formaggi grassi, il burro, il tuorlo dell’uovo. In modeste quantità la troviamo anche nei funghi.

Le integrazioni vanno prescritte dal medico evitando sovradosaggi che possono essere dannosi. Sono altamente sconsigliate infatti le megadosi. In particolare questo micro nutriente è infatti sconsigliato a chi soffre di calcoli o insufficienza renale. Inoltre essa non dosata bene può portare perdite di calcio con conseguente indebolimento dell’apparato scheletrico.

Il sovradosaggio comporta vere e proprie intossicazioni con conseguente dolore addominale, disturbi gastrointestinali come nausea e vomito, diarrea perdita di peso. La dose fisiologica consigliata è di 1000 UI al giorno o 2000 UI ogni 2 giorni per il mantenimento, mentre in caso di carenza servono 2000 UI al giorno.

L’assunzione è sconsigliata anche a chi soffre di disturbi alimentari perché può provocare inappetenza. Uno studio recente pubblicato sulla rivista americana JAMA ha inoltre dimostrato che le dosi elevate (4,000 IU/giorno o più) assunte da adulti sani che non ne sono carenti invece di migliorare la salute delle ossa la peggiora.

Il cortisone reagisce negativamente con la vitamina D rallentando l’assorbimento di questa vitamina da

parte dell’organismo. A prestare attenzione anche i i pazienti diabetici perché la vitamina D interferisce sul livello di insulina e quelli che soffrono di ipertensione.

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