"Toghe contrarie, ma la riforma si farà". Nordio tira dritto sulla rivoluzione della giustizia

Il Guardasigilli è ottimista: "Referendum nei primi mesi del 2026". E rivendica la separazione delle carriere: "Il pm deve restare indipendente"

"Toghe contrarie, ma la riforma si farà". Nordio tira dritto sulla rivoluzione della giustizia
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Le toghe continuano a remare contro, ma Carlo Nordio non arretra e rilancia con forza la riforma della giustizia. I tempi sono finalmente maturi, e a stretto giro il cavallo di battaglia del centrodestra può diventare realtà. Il ministro della Giustizia, intervistato da Nicola Porro a Quarta Repubblica, su Rete 4, ha fatto sapere che è in dirittura d'arrivo l'approvazione in prima lettura da parte del Senato; la seconda lettura "sarà più semplice e rapida". E poi ci sarà il referendum, previsto "nei primi mesi del 2026".

Insomma, Nordio non intende fare alcun passo indietro rispetto alla rotta tracciata dal governo Meloni. Anzi, ha espresso ottimismo per le tempistiche rapide entro cui può arrivare il via libera definitivo per mettere nero su bianco una rivoluzione in senso garantista e liberale. La magistratura spera ancora di mettere il bastone tra le ruote all'esecutivo, ma il Guardasigilli ha messo le cose in chiaro: "Sulla riforma andiamo avanti, sicuramente la faremo". E così ha spezzato sul nascere ogni speranza di boicottare la volontà del governo. Un ripensamento, dunque, è pura utopia.

Le barricate non sono certamente una novità: da tempo diverse toghe stanno guidando una durissima battaglia contro la separazione delle carriere, la ricomposizione del Csm e la formazione dell'Alta Corte. "Queste cose le scrivo da 25 anni, quindi il fatto che la presidente Meloni abbia chiesto a me di fare il ministro della Giustizia significa che condivide, come la maggioranza, il programma", ha aggiunto Nordio. In particolare, la separazione delle carriere e i due Consigli superiori della magistratura sono un provvedimento "necessario, ma non sufficiente". E infatti per l'efficienza della giustizia serviranno anche "altre riforme".

Nordio ha fatto notare un'anomalia sotto gli occhi di tutti: come si può tollerare il fatto che chi accusa e chi giudica appartengano alla stessa corporazione? La sinistra a trazione Schlein-Conte ormai ha dato ampia dimostrazione di condurre un'opposizione ideologica e lontana dalla realtà, visto che viene ripetuta a pappagallo l'accusa secondo cui si vorrebbe gettare le basi per mettere la magistratura sotto il controllo del governo. "Non c'è e non ci sarà mai", ha smentito categoricamente il ministro. Che ha ribadito a chiare lettere una sua profonda convinzione: "Il pm deve restare indipendente".

Infine Nordio ha respinto al mittente l'ipotesi di prevedere dei provvedimenti di clemenza come l'amnistia o l'indulto. "Si fanno quando si è in una posizione di forza, in modo che l'atto di generosità sia uno stimolo", ha affermato.

Ma in questo caso vengono proposte come soluzioni per svuotare le carceri, e allora il discorso cambia: "Se lo fai in situazione di necessità, è una dimostrazione di debolezza che incita a delinquere di nuovo".

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