I protagonisti dei negoziati per la pace a Gaza

A Sharm el-Sheikh al via i colloqui indiretti tra Israele e Hamas per porre fine alla guerra nella Striscia. Ecco chi sono i maggiori artefici delle trattative

I protagonisti dei negoziati per la pace a Gaza

L'immobiliarista amico del tycoon e l'ultimo incarico in prima linea

L'ultimo giro di giostra. L'inviato speciale degli Stati Uniti in Medioriente, Steve Witkoff, dovrebbe dimettersi alla fine dell'anno. L'immobiliarista ha svolto il ruolo di uomo di punta del presidente Donald Trump nei colloqui per il cessate il fuoco a Gaza fin dall'inizio del suo mandato, ricoprendo il ruolo di impiegato speciale del governo: una designazione che limita la nomina a circa 130 giorni - come ricorda il «Times of Israel» -, sebbene siano possibili rinnovi. Witkoff ha ricoperto anche il ruolo di mediatore per il conflitto in Ucraina per conto del tycoon, visitando per due volte Vladimir Putin al Cremlino. Un contributo non particolarmente apprezzato da Europa e alleati occidentali. E anche dal punto di vista dei risultati Witkoff non è tornato da Mosca «con il bottino». A parte il vertice di Anchorage, servito per riabilitare lo Zar sulla scena internazionale, nulla da segnalare. La svolta nella guerra di Gaza, invece, sembra essere a portata di mano. Sarebbe un addio con un successo.

Al tavolo anche il genero di Donald autore del dossier sul Medioriente

Trump non si è limitato a inviare il suo onnipresente inviato speciale, Steve Witkoff, ma ha messo in campo anche il genero Jared Kushner. Il marito della figlia di Trump, Ivanka, è stato consigliere senior del presidente durante il suo primo mandato, contribuendo a presentare il primo piano di Trump per il Medioriente, ma costruendo anche una rete di relazioni nella regione che lo ha aiutato a ottenere il sostegno saudita per la sua società di private equity fondata dopo aver lasciato l'amministrazione. Nel secondo mandato di Trump (dal 2025), Kushner non ricopre un ruolo formale nella Casa Bianca, ma agisce come consigliere esterno di alto livello su questioni mediorientali. Ha incontrato più volte il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu insieme all'inviato speciale Usa Witkoff, contribuendo a spingere Israele ad accettare proposte di pace Usa, come il piano per Gaza che include sviluppo economico e «demilitarizzazione».

Ministro degli Affari Strategici di Bibi Gli studi in Florida e la fama da duro

La squadra israeliana sarà guidata dal ministro per gli Affari strategici Ron Dermer. Il 54enne è a capo del team che negozia il rilascio degli ostaggi da febbraio. Nato e cresciuto in Florida, lo stato di residenza di Trump, da una famiglia ebraica, per poi trasferirsi in Israele negli anni '90 e prendere la cittadinanza, Dermer ha ricoperto il ruolo di ambasciatore israeliano negli Stati Uniti per otto anni prima di entrare a far parte del governo israeliano. Ha contribuito agli Accordi di Abramo e per questo è stato nominato al Nobel per la Pace. Noto per la sua vicinanza ai Repubblicani d'America e per aver gestito tensioni con l'amministrazione Obama (come l'invito di Netanyahu al Congresso contro l'accordo nucleare con l'Iran) Dermer ha giocato un ruolo chiave nel convincere il Gabinetto israeliano ad accettare il primo cessate il fuoco del novembre 2023, in cui furono liberati oltre 100 ostaggi, e nel 2025 ha incontrato il genero di Trump, Jared Kushner, e Steve Witkoff per fare in modo di allineare Israele al piano di pace di Trump.

Alla testa della delegazione jihadista il leader scampato al raid di Doha

A guidare la delegazione di Hamas è Khalil al-Hayya, scampato al raid israeliano su Doha, dove ha perso il figlio Humam. Politico palestinese di alto livello e figura chiave del movimento palestinese, è nato nel 1960 nella Striscia di Gaza durante l'occupazione egiziana. Laureato in lettere all'Università islamica di Gaza, negli anni '80 si è unito ai Fratelli Musulmani, da cui è emersa Hamas, e ha aderito al movimento durante la Prima Intifada (1987-1993), diventando un associato stretto di Yahya Sinwar e Ismail Haniyeh. È stato imprigionato più volte, per un totale di tre anni, da Israele negli anni '90 per attività legate al terrorismo. Nel 2007 un raid aereo sulla sua casa a Gaza City ha ucciso la moglie, tre figli e tre fratelli; nel 2014 è morto il figlio maggiore Osama con la moglie e tre nipoti; nel settembre 2025, l'attacco israeliano in Qatar ha ucciso il figlio Humam. Al-Hayya si è trasferito in Qatar anni fa, diventando il punto di contatto di Hamas con il mondo arabo e islamico, e ha accompagnato Haniyeh a Teheran prima del suo assassinio.

Sia premier che ministro del Qatar Ora gioca al grande mediatore

Dal 2023 lo sceicco Mohammed bin Abdulrahman Al Thani è primo ministro del Qatar, oltre che ministro degli Affari Esteri, ruolo ch riveste invece dal 2016, di fatto guidando sia la politica estera che quella interna del Paese. Nel contesto mediorientale, lo sceicco è una figura chiave nella diplomazia qatariota, nota per la mediazione in crisi regionali. Ha facilitato negoziati per tregue, inclusi i colloqui per il secondo cessate il fuoco tra Israele e Hamas a Gaza nel gennaio 2025, ospitati a Doha con il coordinamento Usa, che hanno portato a uno scambio di ostaggi e prigionieri e misure umanitarie.

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu è stato costretto a scusarsi con lui nella telefonata trilaterale con Donald Trump dopo il bombardamento dei vertici di Hamas a Doha, considerato dal Qatar un attacco alla sovranità nazionale. La sua leadership ha rafforzato i legami con Usa, Ue e Paesi arabi, promuovendo il ruolo del Qatar come mediatore neutrale in conflitti come quello di Gaza.

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