Neptune “panciuto”: l’Ucraina allunga il raggio dei suoi missili, dove possono colpire ora

Nuova versione del missile Neptune, con serbatoi integrati, estende la gittata a circa 500 km. È parte della strategia di Kiev per potenziare capacità a lungo raggio e raggiungere maggiore autosufficienza industriale in difesa

Neptune “panciuto”: l’Ucraina allunga il raggio dei suoi missili, dove possono colpire ora
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L’Ucraina sta intensificando lo sviluppo tecnologico e industriale nel settore militare, puntando su soluzioni interne per rafforzare la propria capacità offensiva a lungo raggio. In quest’ottica si inserisce l’ultima evoluzione del missile da crociera Neptune, ora dotata di serbatoi supplementari integrati nella struttura, che ne aumentano in modo significativo l’autonomia operativa. Questa nuova configurazione risponde all’esigenza strategica di colpire obiettivi situati in profondità nel territorio russo, rafforzando al contempo la capacità di resistenza dell’industria della difesa nazionale.

Un missile aggiornato: la configurazione intermedia per colpire più lontano

La più recente versione del Neptune, presentata dal ministro della Difesa ucraino Denys Shmyhal, si riconosce per due evidenti rigonfiamenti ai lati della fusoliera anteriore. Secondo gli analisti, si tratta di serbatoi conformi per carburante aggiuntivo, pensati per estendere la portata del missile senza stravolgerne l’impianto strutturale. Il Neptune, sviluppato dal Luch Design Bureau a partire dal modello sovietico Kh-35, era stato concepito inizialmente come un missile antinave con una gittata di circa 280 chilometri. Con l’inizio della guerra, tuttavia, è stato adattato in modo sempre più efficace anche contro obiettivi terrestri.

La nuova versione, soprannominata informalmente “Neptune panciuto”, rappresenta una configurazione intermedia tra il modello base e la variante a lungo raggio R-360L. La sua autonomia, stimata intorno ai 500 chilometri, amplia le opzioni tattiche disponibili, consentendo operazioni più profonde nel territorio nemico con tempi di adattamento e costi di produzione inferiori rispetto al modello Long Neptune.

Una famiglia di missili per esigenze diverse

Dall’analisi emerge che il sistema Neptune si presenta oggi in tre varianti principali, pensate per scenari operativi differenti. La versione base è destinata prevalentemente alla difesa costiera, con capacità secondarie contro bersagli terrestri, e una portata di circa 280 chilometri. La seconda, nota come R-360M, introduce serbatoi aggiuntivi che ne aumentano l’autonomia fino a circa 500 chilometri. Infine, il Long Neptune (R-360L), progettato per colpire a lunga distanza, raggiunge un raggio stimato di circa 1.000 chilometri ed è facilmente identificabile per la fusoliera più lunga e il diametro centrale ampliato, che consentono di trasportare più carburante e un carico esplosivo maggiore. Presentata nell’agosto 2025, questa versione mostra differenze evidenti rispetto alle precedenti, sia per dimensioni che per caratteristiche aerodinamiche, escludendo che si tratti di un semplice aggiornamento delle versioni esistenti. Per quanto riguarda una presunta variante aggiuntiva chiamata “Neptune-MD”, le autorità ucraine hanno smentito la sua esistenza, chiarendo che le immagini circolate online si riferiscono a prototipi espositivi risalenti al periodo 2019-2020.

Industria bellica nazionale: l’ambizione dell’autosufficienza

L’ampliamento della gamma Neptune rientra nel più ampio piano strategico di Kiev per rendere autonomo il proprio comparto difensivo. Il presidente Volodymyr Zelensky ha fissato come obiettivo la produzione interna del 50% delle munizioni utilizzate al fronte entro la fine dell’anno. Questo sforzo è sostenuto da accordi con Paesi alleati, interessati non solo a fornire assistenza militare, ma anche a sviluppare insieme nuove tecnologie.

Il successo operativo del Neptune ha attirato l’attenzione internazionale: secondo il portavoce della Marina ucraina Dmytro Pletenchuk, solo nell’ultimo anno il sistema avrebbe colpito oltre cinquanta obiettivi militari russi. La versione Long Neptune, inoltre, si profila come una risorsa strategica anche per i partner europei, superando in capacità il Missile de Croisière Naval (MdCN), attualmente l’unico missile da crociera a lungo raggio sviluppato in Europa.

Nel frattempo, anche il resto del portafoglio missilistico ucraino sta evolvendo. Oltre agli Storm Shadow e SCALP-EG forniti da Regno Unito e Francia, e agli ATACMS statunitensi, Kiev sta investendo nello sviluppo di droni d’attacco a lungo raggio e missili balistici di nuova generazione.

Tra i progetti più ambiziosi, il missile da crociera “Flamingo”, che promette una gittata di 3.000 chilometri, sembra indicare la volontà dell’Ucraina di dotarsi, nel medio termine, di una capacità strategica autonoma e di ampia portata.

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