
Vladimir Putin continua a testare i limiti della Nato. Le incursioni coi droni avvenute in territorio polacco, che hanno fatto scattare l'allarme nell'Alleanza atlantica, sono l'ultimo episodio di una lunga serie. Perché prima dei droni su Varsavia e dintorni era toccato ad altri subire le punzecchiature di Mosca. Da quando la Russia ha lanciato la sua invasione su vasta scala dell'Ucraina, si sono moltiplicati gli episodi di violazione dello spazio aereo europeo nei Paesi intorno ai confini ucraini, raggiungendo l'apice proprio con gli ultimi sorvoli sulla Polonia.
Il blitz in terra polacca si inserisce in una notte difficile per Kiev, colpita da un massiccio attacco con droni. Su questo "sconfinamento" russo restano ancora moltissime incognite, in particolare se sia stato un semplice fatto accidentale, come ha sostenuto una nota della Bielorussia, alleata di ferro di Mosca, o un'occasione per Mosca di testare la reazione della Nato.
Quello che è certo, è che ogni volta che armi o velivoli russi violano il perimetro della Nato crescono i timori di un allargamento del conflitto. Non a caso il premier polacco Donald Tusk ha parlato del rischio più alto che si sia mai corso dal 1945 a oggi. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha addirittura parlato di tensioni simili a quelle che nel 1914 portarono alla Prima guerra mondiale.
Per tutte queste ragioni, ogni violazione crea crescente allarmismo, anche perché c'è la sensazione che ci si trovi di fronte a un'escalation. Ripercorrere cosa è successo negli ultimi tre anni restituisce il senso di preoccupazione che si respira in molti governi europei e tra i corridoi dell'Alleanza atlantica.
Polonia nel mirino
Prima dell'ultima notte, in Polonia il primo allarme era suonato nel novembre del 2022. All'epoca due persone erano rimaste uccise in una zona al confine con l'Ucraina per quello che sembrava un missile russo. Successive indagini hanno stabilito che in realtà l'incidente era da imputare a un missile dello scudo missilistico ucraino finito fuori rotta dopo essere stato sparato per intercettare un missile russo.
Due anni dopo, nel marzo del 2024, un missile da crociera russo ha violato per qualche minuto lo spazio aereo di Varsavia nei pressi della cittadina di Oserdow lungo il confine con l'Ucraina. Il passaggio del vettore aveva spinto la Polonia a inviare i caccia, ma l'allarme era rientrato dopo che il missile era rientrato in Ucraina per centrare il suo obiettivo.
Poco meno di due settimane fa, ha ricordato il New York Times, droni russi hanno attraversato due volte lo spazio aereo polacco. Secondo fonti di Varsavia le incursioni avrebbero coinvolto circa una dozzina di droni.
Voli sospetti sui Paesi baltici
Tra giugno e luglio l'allarme è suonato anche in Lituania. Il governo di Vilnius ha denunciato che droni russi che potevano portare esplosivo, hanno violato lo spazio aereo per due volte. A luglio, in particolare, un velivolo senza pilota Gerbera, entrato dalla Bielorussia, è stato visto non lontano dalla capitale e i resti sono stati rinvenuti il primo agosto nei pressi di un campo di addestramento militare. Nida Grunskiene, uno dei magistrati incaricati di indagare l'accaduto, ha spiegato che il drone "trasportava un ordigno esplosivo e che è stato neutralizzato con successo dagli specialisti delle forze armate lituane". Un anno fa era toccato a un altro Paese baltico, la Lettonia. Fonti del governo di Riga hanno spiegato che un drone simile agli Shahed iraniani si è schiantato nei settori di confine con la Russia.
Last Monday, a Russian military drone violated Lithuanian airspace. This marks the second such incident in less than a month. Similar airspace violations have also been reported recently by other Allies.
— Kęstutis Budrys (@BudrysKestutis) August 5, 2025
These repeated incidents represent an alarming sign of the spillover of…
Discorso un po' diverso per l'Estonia. Nel corso dell'estate due droni si sono schiantati lungo le aree di confine, ma non si trattava di velivoli russi, ma di mezzi ucraini diretti verso la Russia. Il governo di Tallinn dopo aver individuato i resti ha condannato la Russia spiegando che lo schianto in territorio estone è stato causato dalle operazioni di jamming dell'esercito russo.
Romania: droni russi sul Danubio
Un altro Paese che ha assaggiato le mire russe è stata la Romania. Nel settembre del 2023, il governo di Bucarest ha confermato che un drone russo si è schiantato in un'area intorno al fiume Danubio dopo essere entrato dall'Ucraina. All'epoca la Romania aveva condannato la violazione della propria sovranità parlando di una grave ingerenza.
Lo sconfinamento registrato dalla Romania si inseriva in una fase concitata dell'offensiva russa in Ucraina. Mosca stava usando massicciamente i droni per colpire l'area del delta del Danubio. Le forze russe volevano colpire i porti ucraini impegnati nelle esportazioni di cereali per impedire al Paese di esportare prodotti agricoli lungo la rotta che costeggia i settori occidentali del Mar Nero. Un anno dopo, a settembre, Bucarest ha confermato di aver rilevato altri frammenti di droni russi condannando di nuovo le incursioni.
Ombre sulla Moldavia
Pur non facendo parte della Nato, c'è un altro vicino dell'Ucraina che si è trovato in una situazione simile, la Moldavia.
Nell'ottobre del 2022, i resti di un missile russo abbattuto dai sistemi di difesa ucraini, sono precipitati nei pressi di un villaggio. Prima di quell'episodio la Russia aveva usato lo spazio aereo della Moldavia come ponte per lanciare attacchi con droni e missili contro il territorio ucraino.