Cronaca locale

I sindaci lombardi: "I tagli non fermino il federalismo"

I Comuni chiedono al governo risorse per la riforma. Formigoni ottimista: "Roma ha capito le nostre esigenze"

I sindaci lombardi: 
"I tagli non fermino 
il federalismo"

«È ripreso il dialogo». Roberto Formigoni, nel giorno in cui riunisce Comuni e Provincie della Lombardia per parlare dei tagli della manovra, non ritira le richieste al governo, ma sembra ottimista sulla possibilità di trovare un’intesa, almeno su una questione scottante come i fondi per il trasporto pubblico locale. «Ho avuto modo di confrontarmi con alcuni ministri - spiega il presidente della Regione - e ho la sensazione che il governo cominci a intuire che vanno trovate risorse aggiuntive per garantire alcuni servizi essenziali». Il luogo in cui si attendono gli aggiustamenti è la Finanziaria, che sarà licenziata a metà ottobre.
I problemi da risolvere restano numerosi, a partire dal modo in cui verrà attuato il federalismo fiscale, perché fa una grande differenza se il punto di riferimento economico è il bilancio della Regione prima o dopo i tagli. La difesa dei numeri del federalismo è uno dei tre punti del documento sottoscritto all’unanimità da Regione, Provincie e Comuni. Gli altri due sono la richiesta di un meccanismo di premi per le Regioni virtuose come la Lombardia e un terzo, più politico, che consiste in un patto di consultazione che rende regolari questi vertici degli amministratori locali in Regione.
Secondo Formigoni è possibile salvaguardare il federalismo fiscale solo «a patto che nel calcolo siano azzerati i tagli previsti per l’anno 2010/2011, altrimenti la fiscalizzazione avverrebbe su cifre irrisorie». Il governatore ribadisce che è fondamentale che il governo reperisca nuove risorse e non penalizzi chi ha tenuto i conti in ordine: «La manovra di luglio è insostenibile per gli enti locali, chiediamo che sia riconosciuto alle amministrazioni virtuose uno sgravio rispetto ai tagli che al momento sono spalmati in modo uguale per tutti».
Rimane poi la questione che riguarda i cosiddetti standard del federalismo, per cui i trasferimenti futuri avverranno non in base alla spesa storica, che aiuta le Regioni “spendaccione”, ma in base al costo reale di ogni singolo servizio per cui avviene il trasferimento, calcolato in base agli standard delle Regioni più risparmiatrici, tra le quali appunto la Lombardia. «Chi è in ritardo può ricorrere agli aiuti del fondo di perequazione - spiega Formigoni - ma le regole devono avere come obiettivo che sia raggiunto il livello delle regioni migliori».
L’attenzione è ai contenuti. In linea il vicepresidente della Regione, il leghista Andrea Gibelli: «Da oggi si affronterà una nuova fase di confronto con il governo, mettendo finalmente alle spalle le polemiche estive».

Toni pacati ma la sostanza resta immutata: «Tutti gli enti hanno auspicato che il federalismo proceda in modo rapido e spedito».

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