Politica

Inchiesta G8, allontanato il corista della Sistina Incontri gay, Balducci: "Uscite cose vergognose"

Allontanato dal coro della Sistina il procacciatore di incontri gay per l’ex presidente del Consiglio dei lavori pubblici. Interrogatori di garanzia per Balducci e Anemone. De Santis: "Seguivo gli ordini di Balducci". Accolte le dimissioni di Toro

Inchiesta G8, allontanato il corista della Sistina 
Incontri gay, Balducci: "Uscite cose vergognose"

Roma - Il corista nigeriano della Cappella Giulia Chinedu Thiomas Ehiem, indicato nell’indagine quale procacciatore di incontri omosessuali per Angelo Balducci, l’ex numero uno del Consiglio superiore dei lavori pubblici, "non è un religioso, né un seminarista" e, comunque, è stato allontanato dal coro. Intanto sono terminati gli interrogatori di garanzia per l’ex presidente del Consiglio nazionale dei Lavori pubblici Angelo Balducci e l’imprenditore Diego Anemone, ascoltati questa mattina dal gip Paolo Micheli, insieme al funzionario del ministero dei Lavori pubblici Mauro Della Giovampaola, a seguito del nuovo provvedimento di custodia cautelare in carcere emesso sabato scorso dopo il trasferimento dell’inchiesta alla Procura di Perugia.

Interrogati Balducci e Anemone "Balducci - ha spiegato il suo legale, Franco Coppi - ha risposto in modo convincente ed esaustivo" in un interrogatorio durato circa tre ore. "Il clima è stato sereno. Ha respinto le accuse in un interrogatorio lungo e analitico. Abbiamo presentato la richiesta di revoca della misura cautelare, ora aspettiamo la decisione del giudice". Anemone, invece, ha fatto sapere il suo avvocato, Gianluca Riitano, si è avvalso della facoltà di non rispondere, come aveva già fatto nel corso dell’altro interrogatorio di garanzia di fronte al gip fiorentino Rosario Lupo. "Aspettiamo - ha spiegato Riitano - che le indagini vadano avanti e chiariremo tutta la vicenda. Abbiamo chiesto - ha aggiunto - la revoca della misura cautelare della carcerazione, il giudice deciderà".

De Santis: "Seguivo ordini di Balducci" "Seguivo le direttive del mio capo Angelo Balducci e facevo costante riferimemto a lui". Questo uno dei passaggi affontati nelle oltre tre ore di interrogatorio davanti al gup di Milano che lo ha sentito per rogatoria dell’ufficio gip di Perugia, Fabio De Santis. De Santis ha risposto alle domande sugli appalti per la cosiddetta "caserma dei marescialli" di Firenze spiegando che il suo operato era quello di far risparmiare soldi alla pubblica amminsitrazione. Durante il lungo interrogatorio il gip ha sollecitato l’indagato sui rapporti con Guido Bertolaso: De Santis avrebbe spiegato che nel suo lavoro faceva costantemente riferimento all’ex capo del Consiglio superiore dei Lavori Pubblici Angelo Balducci. De Santis, in merito alle accuse di aver favorito l’impresa del fratello Marco su alcune opere, ha detto al gip che i rapporti del fratello con Diego Anemone risalivano al 2001 e hanno riguardato soltanto una associazione temporanea di impresa. L’ex funzionario della Ferratella ha poi ribadito di essere totalmente estraneo alle vicende dei Mondiali di nuoto a Roma (gli appalti in deroga per la costruzione delle piscine) e per gli appalti propedeutici alle celebrazioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia. "Nonostante l’assenza del gip titolare - ha detto l’avvocato Remo Pannain, difensore di De Santis - il mio assistito ha ampiamente illustrato la sua posizione contestando ogni addebito".

Accolte le dimissioni di Toro Il plenum del Csm ha accolto all’unanimità le dimissioni del procuratore aggiunto di Roma Achille Toro dalla magistratura. Le dimissioni sono state presentate all’indomani del coinvolgimento del magistrato nell’inchiesta di Firenze, poi trasferita a Perugia, sugli appalti per i Grandi Eventi. Formalmente si tratta di un collocamento a riposo per anzianità a decorrere dal 17 febbraio scorso. "Achille Toro mi chiamò dalla clinica dove si trovava per accertamenti; era spaventato per la vicenda in cui era coinvolto. Gli consigliai di dimettersi e lui mi pregò di preparare la minuta perchè non era in grado di farlo". A rivelare il particolare, anticipando il contenuto di una telefonata quasi certamente intercettata e che potrebbe essere divulgata nei prossimi giorni, è il procuratore della repubblica di Roma Giovanni Ferrara. Il colloquio telefonico al quale fa riferimento risale all’11 febbraio scorso, giorno successivo all’esecuzione dei quattro arresti da parte della procura di Firenze nell’ambito dell’inchiesta sugli appalti del G8 alla Maddalena ed alla notizia dell’iscrizione nel registro degli indagati del procuratore aggiunto Toro. "Preparai la minuta - ha dichiarato Ferrrara - e gliela mandai.

Lui la ricopiò e me la fece avere".

Commenti