Fare movimento da bambini, salva il cuore da ictus e infarto da grandi

Un recente studio finlandese ha trovato una correlazione tra il movimento fisico da bambini e una maggiore protezione da infarto e ictus da grandi

Fare movimento da bambini, salva il cuore da ictus e infarto da grandi
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È indubbio che fare movimento a qualsiasi età sia un vero e proprio toccasana ma ora si è scoperto che farlo ad iniziare da bambini, può aiutare il nostro cuore a proteggersi da infarto ed ictus da grandi. A suggerirlo un recente studio che verrà presentato durante il congresso annuale dell'European Society of Cardiology che si terrà ad Amsterdam dal 25 al 28 agosto, condotto dall'Università della Finlandia orientrale che ha scoperto che i danni cardiaci che si riscontrano da adulti, si collegano alla sedentarietà di quando si era bambini.

Lo studio finlandese

Lo studio è parte del progetto Children of the 90s dell’Università di Bristol, iniziato nel 1990/1991 ed è il primo ad aver indagato l’effetto cumulativo del tempo sedentario valutato attraverso l’utilizzo di smartwatch. Nella ricerca sono stati coinvolti 766 bambini, di cui il 55% femmine e il 45% maschi. A 11 anni, i partecipanti hanno indossato per 7 giorni uno smartwatch per tracciarne le attività; poi di nuovo a 15 anni e in seguito a 24.

I ricercatori hanno misurato il peso del ventricolo sinistro del cuore mediante ecocardiografia a 17 e 24 anni di età e i valori sono stati riportati in grammi rispetto all'altezza. In questo modo è stato possibile analizzare l’associazione tra il tempo sedentario (senza movimento) tra gli 11 e i 24 anni e le misurazioni del cuore tra i 17 e i 24 anni, tenuto conto anche di altri fattori come età, sesso, pressione sanguigna, grasso corporeo, fumo, attività fisica e status socioeconomico. A 11 anni i bambini sono risultati sedentari per una media di 362 minuti al giorno, che sono saliti a 474 minuti nell'adolescenza (15 anni) e ancora a 531 minuti al giorno a 24 anni.

"Ciò significa che il tempo trascorso seduti aumenta in media di 169 minuti (2,8 ore) al giorno tra l'infanzia e la prima età adulta - afferma Ciro Indolfi, past president SIC (Società Italiana di Cardiologia) - È emerso che ogni minuto di tempo trascorso seduti dagli 11 ai 24 anni si associa ad un aumento di 0,004 grammi rispetto all'altezza (g/m2) della massa ventricolare sinistra tra i 17 e i 24 anni di età. Se moltiplicato per 169 minuti di inattività aggiuntiva, si arriva a un aumento giornaliero di 0,7 (g/m2), l'equivalente di un aumento di 3 grammi della massa ventricolare sinistra tra le misurazioni ecocardiografiche rispetto all’aumento di altezza medio”

Bambini sempre più pigri

"Trascorrere troppo tempo seduti da piccoli, magari davanti a smartphone o tablet può arrivare a raddoppiare il rischio di infarto o ictus da adulti", sottolinea Pasquale Perrone Filardi, presidente della Società Italiana di Cardiologia (SIC) e professore ordinario di Cardiologia e direttore della Scuola di specializzazione in Malattie dell’apparato cardiovascolare all’Università di Napoli Federico II. I dati sono davvero sconcertanti: secondo l'Istat sarebbero circa 2 milioni i bambini che nel nostro Paese non praticano sport né attività fisica, circa il 30%.

Inoltre i dati del sistema di sorveglianza OKkio alla Salute riportano che nel 2019, il 20,3% dei bambini non ha svolto alcuna attività fisica; il 43,5% ha ancora la Tv nella propria camera da letto e il 44,5% trascorre più di 2 ore al giorno davanti a tv, tablet e cellulare. "In questo studio - spiega Perrone Filardi - i ricercatori hanno rilevato che l’eccessiva sedentarietà, oggi molto diffusa nei bambini e negli adolescenti, appesantisce letteralmente il cuore, e precedenti ricerche condotte su adulti, hanno dimostrato che un cuore più pesante aumenta le probabilità di infarto e ictus.

I genitori dovrebbero quindi incoraggiare i bambini e gli adolescenti a muoversi di più e a limitare il tempo trascorso sui social media e sui videogiochi. Perché il modo in cui si trascorrono le giornate da piccoli può influenzare in maniera determinante la salute cardiaca futura".

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