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Tumore del fegato, algoritmo predice la malattia fino a 10 anni prima

Grazie a specifici biomarcatori nel sangue, è possibile prevenire o scoprire in tempo utile alcune importanti malattie del fegato: ecco i risultati dello studio

Tumore del fegato, algoritmo predice la malattia fino a 10 anni prima

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Riuscire a "predire" il futuro di potenziali importanti malattie per un'ottima prevenzione ed evitare di correre certi rischi è l'obiettivo della medicina di oggi e di domani: qualche risultato importante si sta già riuscendo a ottenere come nel caso del tumore del fegato che può essere previsto anche con 10 anni di anticipo grazie a un'algoritmo.

Lo studio

I ricercatori dell’Istituto Nazionale di Gastroenterologia Irccs "Saverio de Bellis" di Castellana Grotte, in provincia di Bari, con i colleghi dell'Università di Modena, hanno condotto una ricerca su 545 pazienti con la cirrosi epatica, grave malattia degenerativa del fegato, e con una sola goccia di sangue sono riusciti a vedere cosa sarebbe accaduto grazie a precisi biomarcatori. Lo studio ha avuto una durata di ben 12 anni e i risultati eccellenti sono stati realizzati grazie a un macchinario innovativo.

Cos'è il punteggio Galad

Nel dettaglio, è stato utilizzato un algoritmo di intelligenza artificiale chiamato Galad che comprende tre biomarcatori (alfafetoproteina, alfafetoproteina-L3 e des gamma carbossi protrombina) in grado di effettuare diagnosi (in percentuale) sulla combinazione dei parametri appena descritti. "L’impiego del punteggio Galad ci consente oggi di quantificare il rischio di sviluppare un tumore al fegato dieci anni prima che esso si manifesti, un dato eccezionale, se si pensa che non esiste alcun altro biomarcatore per nessuna neoplasia così efficace", ha dichiarato il prof. Gianluigi Giannelli, direttore scientifico dell’Istituto de Bellis. "Il nostro recente studio dimostra come l’incremento di Galad abbia anche un valore prognostico, essendo correlato direttamente ad una progressione del tumore – sottolinea Giannelli – Ma sono ancora molti i campi nei quali Galad potrebbe essere impiegato come supporto decisionale nella gestione del paziente con tumore epatico, e numerosi sono gli studi attualmente in corso presso il De Bellis".

L'importanza della prevenzione

Il carcinoma epatocellulare è tutt'oggi la terza patologia più comune di decessi per tumore e, purtroppo, l'incidenza nella popolazione generale vede un trend in aumento con un boom di casi in Europa e nei Paesi che si affacciano sul Mediterraneo. I pazienti con cirrosi epatica sono maggiormente a rischio ed è di fondamentale importanza riuscire a prendere la malattia nelle sue fasi iniziali quando ancora è silente e asintomatica. "Il programma di sorveglianza dei pazienti con cirrosi epatica serve a ridurre del 37% la mortalità per epatocarcinoma, infatti circa il 60% dei pazienti con tumore epatico che riceve trapianto, chirurgia o radiofrequenza ha una sopravvivenza di almeno 5 anni, mentre i pazienti con diagnosi tardiva, e quindi un tumore più avanzato, hanno una aspettativa di vita di 1-2 anni", spiega Giannelli.

Questa tecnologia con i biomarcatori Galad ​si trova soltanto in Puglia, unica regione del Sud Italia oltre al possesso dell'Asl Novara, in Piemonte.

Riuscire a scovare in tempo utile un tumore al fegato, notoriamente molto aggressivo, consente di trovare un percorso migliore e più adatto per i pazienti e trattare la malattia in maniera ottimale.

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