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"Abbiamo fatto il nostro dovere". Lo sfogo del comandante della Guardia costiera di Crotone

Vittorio Aloi lascia il comando della Guardia costiera di Crotone. Nel giorno del suo addio, è tornato sulle polemiche per Cutro: "Feriscono certi immotivati sospetti"

"Abbiamo fatto il nostro dovere". Lo sfogo del comandante della Guardia costiera di Crotone

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Dallo scorso febbraio, da quando il caicco è entrato in collisione con la secca di Cutro, in Calabria, la sinistra e il mondo che le gravita attorno cercano di screditare la Guardia costiera italiana, strumentalizzandola contro il governo guidato da Giorgia Meloni. Ma ogni giorno ci sono militari che rischiano la propria vita per salvarne altre, senza porsi il problema di chi si trova a bordo delle imbarcazioni in difficoltà. Questo sacrificio, per altro scarsamente retribuito, non interessa alla sinistra, interessata solo a puntare il dito per strumentalizzare anche le tragedie.

Dentro quelle divise, bagnate di sudore e acqua di mare durante gli interventi, ci sono uomini e donne che non ci stanno a essere additati come criminali e lassisti. Gli uomini della Guardia costiera non lavorano con l'orologio in mano e sono capaci di rimanere in mare a bordo delle motovedette anche per 24 ore consecutive, senza agi e lontani dalle loro famiglie, per adempiere al loro dovere. E se si parla con loro non diranno mai che fanno qualcosa di straordinario, perché è il lavoro che hanno scelto e che fanno con devozione e professionalità. Ma vorrebbero che almeno questo venisse a loro riconosciuto.

Ed è questo che emerge dalle parole del capitano di vascello Vittorio Aloi, che dopo anni oggi ha lasciato il comando della capitaneria di porto di Crotone. Nel suo discorso di commiato, l'ufficiale si è soffermato sulla tragedia di Cutro, la cui indagine coinvolge anche alcuni "suoi" uomini. Si diventa una famiglia in questo ambiente e un comandante sente la responsabilità morale di ogni militare che lavora con lui. "Non si può dimenticare. Sono un uomo prima che un ufficiale, naturalmente ci sono inchieste in corso che avranno il loro sviluppo ma per quanto ci riguarda riteniamo di aver fatto il nostro dovere e mi tengo la mia convinzione", ha detto Aloi. Il comandante ha sottolineato che "alcuni eventi tragici hanno segnato la vita di molti. Per uomini di mare come noi, che fanno del salvataggio di vite umane una missione quotidiana con professionalità, feriscono certi immotivati sospetti. Come se non parlassero già abbastanza le migliaia di migranti portati a terra".

Come ha spiegato Aloi, anche se spesso i dettagli delle singole operazioni non vengono resi noti, ci sono stati interventi in cui solo grazie al coraggio e alla professionalità dei militari della Guardia costiera si è riusciti a riportare a terra tutti gli occupanti delle navi in difficoltà, senza discriminazioni. "Chi ogni giorno si alza e si veste di dovere non può non aspirare che presto o tardi gli venga riconosciuto di aver fatto il proprio dovere", ha concluso Aloi.

Parole che dovrebbero arrivare a chi, ogni giorno, non perde tempo a puntare il dito.

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