I senatori della corrente di "Area riformista" del Partito Democratico hanno presentato in Senato lo scorso 20 novembre una proposta di legge "per la prevenzione e il contrasto dell'antisemitismo". Il primo firmatario è Graziano Delrio e, insieme a lui, ci sono anche tra gli altri Simona Malpezzi, Pier Ferdinando Casini, Antonio Nicita, Alessandro Alfieri, Alfredo Bazoli, Tatiana Roijc, Filippo Sensi, Valeria Valente, Walter Verini e Sandra Zampa. Peccato che, pochi giorni dopo, arrivi la dissociazione da parte del capogruppo dem a Palazzo Madama, Francesco Boccia: "Il gruppo del Pd al Senato non ha presentato alcun disegno di legge in materia di antisemitismo. Il senatore Delrio ha depositato, a titolo personale, il ddl 'Disposizioni per la prevenzione e il contrasto dell'antisemitismo' che non rappresenta la posizione del gruppo né quella del partito".
Insomma, un immediato dietrofront rispetto a un pdl che si affianca a quelle già presentate in precedenza dai senatori Gasparri (Forza Italia) e Scalfarotto (Italia Viva). In particolarmente la proposta Delrio, prossimamente in discussione, adotta la definizione di antisemitismo elaborata molti anni fa dall'Ihra (la International holocaust remembrance alliance) che qualifica come antisemita ogni critica radicale contro Israele e verso il sionismo quale sua ideologia fondativa. In particolare, per l'Ihra è antisemitismo sostenere che "l'esistenza dello Stato di Israele è una espressione di razzismo", "applicare due pesi e due misure nei confronti di Israele richiedendo un comportamento non richiesto a nessun altro Stato democratico" e "fare paragoni tra la politica israeliana contemporanea e quella dei nazisti".
Il gruppo dirigente del Pd non solo punisce con la galera chi scrive o dice parole che in base alla definizione Ihra sono equiparate ad antisemitismo, ma aggiunge anche un importante ulteriore elemento: all'articolo 2 della pdl, infatti, delega il governo a varare entro i prossimi sei mesu uno o più decreti legislativi con prescrizioni all'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) in materia di "prevenzione, segnalazione, rimozione e sanzione dei contenuti antisemiti diffusi sulle piattaforme on line di servizi digitali in lingua italiana".
Gli articoli 3 e 4 della proposta si spingono ulteriormente oltre, prevedendo che ogni Università nomini una sorta di controllore che vigili su eventuali attività interne, anche didattiche, che suonino come illegittime sempre sulla base dei criteri definitori dell'antisemitismo fissati dall'Ihra. Infine, l'articolo 5 prevede il monitoraggio delle azioni di prevenzione e contrasto all'antisemitismo in ambito scolastico.