"Così abbiamo battuto Tridico". Dentro la macchina elettorale di Occhiuto

I segreti della campagna del governatore della Calabria, reduce dal trionfo contro Pasquale Tridico e il suo "plotone": parlano Fabrizio Augimeri e Veronica Rigoni

"Così abbiamo battuto Tridico". Dentro la macchina elettorale di Occhiuto
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Due contro tutti. Si può riassumere così, tra serio e faceto, la battaglia di comunicazione che alle elezioni regionali in Calabria ha visto protagonisti Roberto Occhiuto e Pasquale Tridico, una sfida che ha visto trionfare nettamente il governatore uscente con quasi il 60 per cento dei consensi. La macchina elettorale dell’esponente del centrodestra è stata impressionante, ma attenzione: dietro non c’è un team composto da decine di persone. Fabrizio Augimeri e Veronica Rigoni: solo le loro spalle hanno sostenuto la sfida contro il “plotone” a disposizione dell’ex presidente dell’Inps.

Quindici persone - la maggior parte pagate dal Parlamento europeo: questa la corposa squadra di Tridico, che da capo delegazione M5s all’Europarlamento può vantare uno staff ben nutrito, completato da un giornalista locale. "Qualche giorno prima del voto un consigliere regionale ha detto a me e Veronica: ‘Certo che voi due siete una macchina da guerra’" sorride Augimeri, da quattro anni al fianco di Occhiuto dopo le esperienze in Forza Italia e al fianco di ministri come Brunetta, Gelmini e Bongiorno: "La comunicazione del presidente Occhiuto è importante, ma dietro non c’è una squadra di dieci persone: ci siamo solo io e Veronica”.

Lui “classico” portavoce, lei specialista social e stratega della campagna elettorale. Grande esperienza, ma non è stata una sfida in discesa: “È stata una campagna elettorale molto dura – ammette Augimeri -. Dall’altra parte avevamo uno schieramento compatto, mentre alle elezioni precedenti si erano presentati divisi. Ci sono stati attacchi personali, fake news, campagne giornalistiche molto cattive per fare saltare la sua candidatura”. Basti pensare agli affondi del Fatto Quotidiano e del Domani, senza ovviamente dimenticare gli “attacchi quotidiani dal Pd e dai 5 Stelle”. “Dal punto di vista strategico è stato importante ribattere sempre e puntualmente” la sottolineatura del collaboratore di Occhiuto.

Nonostante le difficoltà, c’è sempre stata grande fiducia di portare a casa la vittoria. O più che altro la certezza che i calabresi non si sarebbero fatti prendere in giro: “Tridico ha fatto una campagna elettorale basata sulla Calabria di 40-50 anni fa, di assistenzialismo e mance. La Calabria è una regione di grandi opportunità, vogliono lavoro e non assegni, vogliono fare impresa non slogan. Noi abbiamo fatto una campagna elettorale onesta, raccontando le cose fatte in questi quattro anni e prospettando come volevamo continuare il lavoro”.

Fabrizio Augimeri e Veronica Rigoni
Fabrizio Augimeri e Veronica Rigoni

Sensazioni condivise da Veronica Rigoni, anche lei con un passato in Forza Italia e anche al fianco del presidente Silvio Berlusconi: “Sono stati mesi difficili, ma abbiamo lavorato tanto per quattro anni. Anche personalmente, avevo la consapevolezza che i cittadini non sono stupidi e conoscono lo stato delle cose”. È stata lei a orchestrare la strategia vincente sui social, una pianificazione chiara e trasparente, senza bufale e attacchi scomposti (nonostante le numerose gaffe di Tridico): dai video per annunciare le dimissioni (“per parlare direttamente prima ai calabresi”) alla documentazione precisa e puntuale dei cantieri partiti sotto la sua gestione. Ma il lavoro parte da lontano: “In quattro anni abbiamo raccontato il lavoro del presidente attraverso storie Instagram che ogni giorno facevano vedere tutti i suoi incontri e i temi che affrontava. Tridico è sbucato sui social in Calabria due mesi fa”. E attenzione, senza spendere un euro per aumentare la platea, a differenza dell’europarlamentare pentastellato.

E ancora i messaggi per “smontare l’idea che in Calabria non cambia mai niente” oppure l’intuizione geniale del cappellino con scritto “Calabria”, così virale da spingere Giorgia Meloni a indossarlo, per la felicità dei cittadini calabresi. La Rigoni tiene a precisare: “Faccio tutto da sola con il mio iPhone. Registro, monto ed elaboro la creatività e la strategia.

I tempi sono cambiati e con un telefono si fa tutto. Non servono grandi plotoni esecutivi e chissà quali strumentazioni. Basta la verità, la creatività e l’intelligenza”. Quando si hanno le idee chiare, non servono chissà quali mezzi…

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