Interni

"I flussi li gestiamo noi, non i trafficanti". Piantedosi traccia la linea

Migranti, decreto rave e caso Soumahoro: Matteo Piantedosi alla festa di Fratelli d'Italia traccia l'indirizzo del governo delle prossime settimane

"I flussi li gestiamo noi, non i trafficanti". Piantedosi traccia la linea

Matteo Piantedosi ha partecipato alla festa per il decennale di Fratelli d'Italia a Roma e con l'occasione ha fatto il punto sui principali interventi ai quali sta lavorando come ministro dell'Interno. In primo piano c'è la questione migranti irregolare, alla quale ha messo mano già nei primi giorni dopo l'insediamento. L'obiettivo dichiarato di questo governo è fermare le partenze, non bloccare gli arrivi, e in questa direzione sta operando il Viminale, di concerto con gli altri ministeri e con Giorgia Meloni, per misure da adottare nell'imminente futuro.

Il nodo migranti

"Stiamo lavorando sulle quote rafforzate del prossimo decreto flussi. I cittadini tunisini, egiziani o altri che vogliono venire in Italia li gestiamo noi, in accordo con i loro Paesi, e non i trafficanti. Anche questo fa parte delle ambizioni che stiamo coltivando", ha spiegato Matteo Piantedosi con chiarezza. E anche la linea sulle navi Ong non cambia per questo governo: "Lavoriamo sulla non rassegnazione, c'è bisogno di mettere in campo un quadro di regole contro le navi private che intendono imporci la loro azione". Le parole del ministro sono la risposta a una domanda non fatta in queste ore ma che aleggia da giorni sul governo, soprattutto a seguito dell'attracco nei giorni scorsi di tre navi delle Ong nei porti italiani. "Al di là delle notizie che arrivano, siamo molto attenti e non mi stupirebbe se il protagonismo politico di alcune organizzazioni non governative fosse un anello di una catena più grande gestita da qualcuno che ha interesse a far passare una determinata idea dell'immigrazione come fenomeno incontrollato", ha proseguito il ministro.

Proprio per riportare l'ordine in un ambito che da troppi anni agisce anarchicamente, Matteo Piantedosi all'Adnkronos ha spiegato che il governo sta lavorando "a un codice di condotta nazionale. Speriamo che questo possa saldarsi con un codice di condotta condiviso anche dai nostri partner europei". E sulla querelle nata con la Francia in merito alla Ocean Viking, il ministro ha ipotizzato: "Non è che l'obiettivo di questa nave era proprio creare un attrito con la Francia?". Il titolare del Viminale ha affermato di essere rimasto stupito dalla reazione della Francia in quei giorni: "Noi non abbiamo fatto nulla per arrivare a una rottura con la Francia. Abbiamo solo dettato le regole a una nave privata che ha deciso autonomamente di girare e rivolgersi in Francia. Non capisco perché i commentatori di casa nostra si siano uniti a questo coro".

Il decreto rave

L'altra polemica che ha investito Matteo Piantedosi è quella relativa al famigerato decreto rave. L'evento di Modena tra ottobre e novembre è stato dirimente per il governo per decidere di intervenire prontamente per evitare altre situazioni simili. "La notte del rave di Modena io non dormii perché mi dissero che i partecipanti a quell'evento salivano su un tetto pericolante e che quindi sarebbe potuto scapparci il morto. Ciò detto, continuo a ritenere che serva creare uno strumento che lavori per una strada alternativa dove l'intervento diventi possibile", ha spiegato Piantedosi, sottolineando che l'obiettivo del governo è la deterrenza. "Qui non stiamo parlando di punire i partecipanti ma di immaginare di perseguire chi non rispetta le regole travolgendo la proprietà privata e creando le condizioni di pericolo. Tutto questo non in nome della libertà di pensiero ma per suggerire il lucroso commercio illegale di vendita di alcolici e di droga", ha dichiarato il ministro.

Il caso Soumahoro

L'indagine a carico dei familiari di Aboubakar Soumahoro, estraneo giuridicamente ai fatti ma politicamente esposto sulla vicenda, è stata affrontata anche da Matteo Piantedosi, che ha ampliato lo spettro di visione a un campo più largo: "Ha fatto emergere tante distorsioni del sistema. È molto inquietante il connubio tra la gestione amministrativa e l'atteggiamento pedagogico di chi candida una persona perché può essere un testimonial in base alle proprie origini".

Avendo lavorato per molti anni come prefetto, come lui stesso ha sottolineato, Matteo Piantedosi ha sottolineato che uno "dei problemi è proprio la difficoltà di contrattualizzare con soggetti difficili. L'amministrazione è sottoposta a un ricatto morale che è posta di fronte alla conseguenza del buttare in strada delle persone"

Commenti