Cronache

"Lele e Amanda assolti violando leggi"

Durissima la requisitoria del Procuratore generale, che parla di magistrati d'appello "senza bussola"

"Lele e Amanda assolti violando leggi"

Solo questa mattina si saprà se - per usare le parole del sostituto procuratore generale, Luigi Riello - il «sipario sarà calato» o sarà rialzato. Camera di consiglio no-stop quella che della prima sezione penale della Cassazione chiamata a confermare o no l'assoluzione in appello degli ex fidanzatini Amanda e Raffaele. Su di loro l'ombra della a tragedia di «Metz», la studentessa inglese uccisa nel novembre 2007 a Perugia. Una notte di riflessione - quella appena trascorsa - per i giudici della Suprema corte. Sul loro tavolo la relazione - durissima - de Pg Riello, che chiede di riprocessare Amanda Knox e Raffaele Sollecito per l'omicidio di Meredith Kercher. Il solito stillicidio giudiziario: Amanda e Raffaele condannati in primo grado nel dicembre 2009 rispettivamente a 26 e 25 anni di carcere; poi, nell'ottobre 2011, assolti in appello; oggi l'attesa di qualcosa che potrebbe ancora una volta ribaltare tutto. Prima colpevoli, poi innocenti, ora - forse - tutto da rifare... Alla faccia della certezza della pena. In mezzo lo squallido balletto degli ex «fidanzatini» che - grazie a un sistema mediatico ormai totalmente impazzito - si sono trasformati in scrittori e star di successo, con tanto di «memoriali» e «interviste esclusive» pagate fior di milioni. La sentenza della Corte d'assise di Perugia che ha assolto gli imputati «deve essere annullata essendo un raro concentrato di violazioni di legge e un documento di alta illogicità». Lo ha detto a chiare lettere (e forse in maniera fin troppo virulenta) il rappresentante dell'accusa, chiedendo l'accoglimento del ricorso contro la sentenza presentato dalla Procura generale di Perugia e dai familiari di Meredith. «Oggi - ha detto Riello - sul banco degli imputati della Cassazione non ci sono Amanda Knox e Raffaele Sollecito ma la sentenza della Corte d'appello. Per Riello, «ci sono tutti i presupposti perché non cali definitivamente il sipario su un delitto sconvolgente e gravissimo, di cui allo stato attuale esiste un solo colpevole, Rudy Hermann Guede, di volta in volta lombrosianamente indicato come ladro, delinquente, sbandato; nemmeno lui reo confesso, giudicato da un'altra Corte, riconosciuto colpevole di concorso in delitto forse con degli ectoplasmi». Il sostituto procuratore generale della Cassazione ha accusato la Corte d'appello d'assise di Perugia di una «sintesi approssimativa e superficiale, che non corrisponde alla problematicità e alla specificità delle motivazioni di primo grado finendo con il riconoscere una sorta di immunità antropologica e sociale degli imputati rispetto ad un delitto così orribile» che potrebbe essere stato «commesso da un diseredato ma non da due persone per bene» come loro. Riello ha difeso anche la validità delle prove acquisite dalla polizia scientifica, fortemente censurate invece dai giudici di secondo grado: «i tecnici della scientifica sono stati fatti passare quasi per dei “pasticcioni“, ma non si tratta di brigadieri che giocano a fare il piccolo chimico ma di appartenenti ad un reparto altamente specializzato che hanno adottato nel loro lavoro tecnologie d'avanguardia».

Parole destinate comunque - qualunque sarà il pronunciamento della Cassazione - una profonda cicatrice.

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