Sui migranti va in scena la consueta pantomina di una sinistra in profonda crisi d'identità. Abbandonata dai ceti popolari, a cui ha voltato le spalle tempo fa, ora la politica progressista si gioca sulla pelle di pochi disperati. Il copione è sempre lo stesso: appena la destra fa quello che ha promesso di fare in campagna elettorale, supportata dalla maggioranza degli italiani, provando quantomeno a limitare gli sbarchi, con tutte le problematiche e le criticità del caso, la sinistra insorge e accuse l'avversario politico di essere "disumano". Peccato si tratti di accuse intrise di un'ipocrisia intollerabile, di chi evidentemente ha la memoria corta o fa finta di non ricordare. Basti vedere come si è comportato il ministro Luciana Lamorgere nel governo tecnico appoggiato anche dalla sinistra e dal Pd.
Sinistra "smemorata" sul caso Ocean Viking
Come raccontato da Mauro Indelicato e Sofia Dinolfo sulle colonne di questa testata, il caso emblematico risale ad ottobre 2019 con Ocean Viking. Dopo dieci giorni di attesa in zona Sar libica con 104 persone a bordo, l’Ong di Sos Mediterranée lanciò un appello con la richiesta di poter avere un porto sicuro. Al contrario di tutte le altre volte dove al massimo, al terzo giorno, l’Ocean Viking è riuscita a far sbarcare i suoi migranti, quella volta attese a lungo. In generale, tracciando un bilancio delle vicende che si sono susseguite nei porti italiani è emerso che è cambiata la tattica ma non il fine. Se Matteo Salvini ha fatto ricorso alla misura del sequestro, la Lamorgese ha applicato quella del fermo amministrativo. Provvedimenti di fermo che sono stati applicati dal Viminale, nel silenzio tombale della sinistra, nei confronti di Alan Kurdi e la Aita Mari, oltre a Sea Watch3.
Il copione si ripete nel gennaio 2020. Dopo quattro giorni in balia del maltempo la Ocean Viking viene attraccare nel porto siciliano di Pozzallo. La nave di Medici senza frontiere e Sos Mediterranee aveva soccorso scorso 39 migranti a 35 miglia dalle coste libiche una piccola imbarcazione di legno a bordo della quale c'erano anche 19 minori non accompagnati. Al governo, criticato da Cecilia Strada, ci sono Pd-cinque stelle. "Intanto la #OceanViking aspetta un porto sicuro per i 39 naufraghi a bordo. Che cosa devono attendere? Il voto sulla Gregoretti? Gli accordi di redistribuzione, e nel frattempo li lasciamo a mollo? Le elezioni? L'inizio di Sanremo? #fateliscendere" scrisse la figlia del fondatore di Emergency, critica nei confronti del governo giallo-rosso. Quello composto dagli "smemorati" che ora attaccano Giorgia Meloni e il ministro Piantedosi.
Il Memorandum tra Italia e Libia
Il governo di centrodestra è stato criticato ferocemente anche per via del rinnovo del memorandum con la Libia sui migranti che punta ad arginare gli sbarchi. Peccato che fu siglato il 2 febbraio del 2017, sotto il governo Gentiloni. Fu il ministro Marco Minniti (Pd) a redarre poi il codice di comportamento per le organizzazioni non governative per il salvataggio dei migranti in mare che prevedeva, tra le altre cose, di non entrare in acque libiche e far salire la polizia a bordo. Il codice fu criticato dalle Ong, fra cui Medici senza Frontiere, ma nessuno si sognò di accusare la sinistra di essere "disumana" o spietata nei confronti dei migranti. In quel caso il pugno duro venne venduto come sano pragmatismo.
Ora, con la destra al governo, torna la retorica sui diritti umani.Eppure dovrebbe essere chiaro a tutti, oramai, che arginando i flussi si riducono anche i morti in mare, come più volte evidenziato da case study a livello internazionale. Un'ovvietà che solo la sinistra italiana sembra non aver compreso, perlomeno quando non è al governo.
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