
Le vacanze hanno portato consiglio, e così l'Associazione nazionale magistrati si prepara alla guerra mediatica contro il governo. Nel mirino c'è sempre la separazione delle carriere, una delle promesse contenute nel programma del centrodestra e che a breve diventerà finalmente realtà. Dopo l'iter parlamentare, è previsto il referendum nella primavera del 2026. Il fronte del "no" sta affilando le armi, e l'Anm non poteva far mancare la propria partecipazione.
Oggi si muove il primo passo formale per contrastare la riforma della giustizia. A Roma nasce il Comitato a difesa della Costituzione dell'Anm, convinta che la partita sia apertissima e che alle urne sarà possibile assistere al trionfo del "no". Alla fine è stato scelto di fare un comitato proprio, a cui potranno aderire i singoli e non altre associazioni. Il presidente Cesare Parodi ha auspicato un dialogo positivo e costruttivo con gli altri comitati: "Abbiamo preferito non lasciare nessun dubbio sulla nostra appartenenza e sul nostro desiderio di difendere da soli - ma con tutti i singoli che ci vorranno aiutare - la nostra posizione".
Ma certamente le scelte tecniche su associazioni e comitati non faranno finire in secondo piano il vero intento dell'Anm: mettere il bastone tra le ruote alla separazione delle carriere. C'è da aspettarsi che nei prossimi mesi la campagna mediatica si farà sempre più martellante, recitando sempre lo stesso copione e ripetendo a pappagallo le solite strampalate accuse. E infatti Parodi ha subito denunciato che alzare i toni contro i magistrati può inquinare il dibattito e far diventare pericoloso il clima.
"Credo che quando c'è una escalation di argomentazioni, che diventano sempre più deboli sul piano dei contenuti e più forte sul piano espressivo, sia una conseguenza inevitabile", ha affermato il presidente dell'Associazione nazionale magistrati. Che non si è detto né preoccupato né intimorito, ma ha espresso grande dispiacere perché non è possibile avere un confronto "in termini assolutamente accettabili".
Insomma, la situazione è chiara: il centrodestra rispetta il mandato ricevuto dai cittadini italiani e si appresta ad approvare in via definitiva la separazione delle carriere; l'Anm va sulle barricate - nei salotti televisivi e sui giornali - e prepara la sfida al referendum.
Ma alla fine della storia, le toghe scaricano la colpa sull'esecutivo per aver avvelenato il clima e si indispettiscono se qualcuno osa accusarle di fare politica. Per fortuna saranno gli elettori a decidere se schierarsi con la maggioranza o con la magistratura che vuole ostacolare la storica riforma della giustizia.