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"Non entro nelle reazioni di un padre". Roccella parla di La Russa e viene contestata

Il ministro della Famiglia si esprime sul caso del figlio del presidente del Senato: "Non entro nelle reazioni di una persona che ha un rapporto affettivo". E dalla piazza partono i "buuu" del pubblico

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Ancora una volta Eugenia Roccella finisce al centro di una contestazione da parte di alcuni presenti in occasione della presentazione del suo libro Una famiglia radicale. Il ministro della Famiglia è intervenuto nel corso dell'incontro a Il libro possibile, l'evento culturale dell'estate del Sud Italia, e ha risposto a una domanda relativa al caso che coinvolge il figlio di Ignazio La Russa. Le sue parole però hanno scatenato la reazione di alcune persone che stavano assistendo al festival di letteratura.

Roccella è stata interpellata da un giornalista e ha deciso di esprimersi in maniera molto diplomatica sulla vicenda delle presunta violenza sessuale (ancora tutta da chiarire) che vedrebbe protagonista il giovane Leonardo Apache: "Non entro nei casi individuali e nelle reazioni di una persona che ha un rapporto affettivo, è il padre dell'eventuale indagato". In sostanza ha invitato a evitare giudizi affrettati, senza entrare dunque nel merito di un episodio i cui contorni dovranno essere definiti prima di arrivare a delle conclusioni.

L'esponente del governo guidato da Giorgia Meloni ha voluto ricordare che proprio nelle scorse settimane il presidente del Senato aveva lanciato l'idea di organizzare una manifestazione di soli uomini contro il tema della violenza sulle donne, convinto che si tratti di una problematica che non riguardi in via esclusiva le donne. "Mi sembra questa già una risposta", ha affermato ponendo l'attenzione sulla proposta di Ignazio La Russa.

In generale le parole di Roccella non sono state affatto gradite da una porzione di presenti all'evento. Non a caso, stando a quanto appreso e riferito dall'Ansa, le sue dichiarazioni sono state accolte da alcuni "buuu" provenienti dalla piazza. Non è passato inosservato neanche qualche fischio rivolto al suo indirizzo. Inoltre alcune contestazioni sono arrivate anche alla fine dell'incontro che si è tenuto a Polignano a mare.

Quella adottata dal ministro della Famiglia è stata una posizione equilibrata: non si è spinto fino a dare giudizi espliciti e si è limitato a una semplice considerazione personale. In maniera inevitabile è stato incalzato sulla reazione indignata del pubblico: a tal proposito ha affermato che la sorta di protesta non dovrebbe essere legata alle decisioni nell'ambito dei diritti Lgbt da parte del governo, che in effetti fino a questo momento "non ha toccato nessuna legge". Dal suo punto di vista la vera questione è che non si accetta l'idea che in democrazia possa vincere la destra, motivo per cui si continua a dipingere la coalizione come impresentabile e pericolosa. "Io sono per la libertà di parola, mia e di chi contesta", ha infine aggiunto Roccella.

Già a maggio il titolare del dicastero della Famiglia era finito vittima di un blitz al Salone del libro di Torino. Un gruppo di manifestanti aveva accolto Roccella con tanto di urla e striscioni poco prima di prendere parola.

Lei aveva invitato al dialogo e a un confronto sul palco, rivendicando le posizioni contrarie alla mercificazione del corpo femminile e dunque all'utero in affitto.

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