Negli stessi minuti in cui Giorgia Meloni stava chiudendo la sua festa di Atreju, Elly Schlein apriva l'assemblea nazionale del Partito Democratico con l'obiettivo di sferzare a distanza la presidente del Consiglio e di dare anche una scossa alla base dem. E la segretaria lo dice chiaramente davanti ai compagni di partito: "Siamo qui per fare scelte insieme come si fa in una grande comunità democratica". Per poi mettere ancora più pepe dialettico in chiave confronto con l'evento di Fratelli d'Italia: "L'assemblea nazionale non è una kermesse, non è un evento che prevede spettatori. Voi siete tutti protagonisti a pieno titolo e rappresentate in questa sede il massimo organo dirigente di questo partito, una rappresentanza vera eletta e legittimata con un congresso, con primarie vere".
Secondo la leader del Nazareno da Meloni arriverebbero soltanto parole di propaganda politica, "ma gli italiani purtroppo non stanno meglio di tre anni fa". Schlein vede nell'accelerazione su premierato e legge elettorale un tentativo delle sorelle Arianna e Giorgia di "mettere mano alle prerogative del Capo dello Stato", mentre il governo dovrebbe pensare come priorità al caro vita. E, proprio su questo punto, arriva l'attacco diretto alla premier: "Da quanto tempo non le capita di andare a fare la spesa? - è la domanda retorica -. Esca da Palazzo Chigi e faccia un giro in qualsiasi alimentari di quartiere perché mentre voi ripetete che va tutto bene, anzi non è mai andato meglio, davanti a questi scaffali le famiglie sono costrette a scegliere e non più tra le cose superflue ma tra le cose necessarie".
Durante tutto il suo discorso Elly Schlein mette sempre più nel mirino Giorgia Meloni, etichettandola come "campionessa di incoerenza" che ha "aumentato le accise. Chi pensa di prendere in giro?". L'unico interventismo dell'esecutivo nazionale sarebbe stato solo sulle banche, entrando "a gamba tesa nell'operazione di Mps su Mediobanca dove emerge un ruolo opaco del governo e del Mef. Vi dovete fermate", incalza la leader dem. Quest'ultima rivendica il fatto di guidare un partito plurale "che pratica davvero la democrazia interna" a differenza di tutti quei movimenti che sono dei "partiti caserma in cui non vola mai una mosca perché parla solo il capo".
Forse per la paura di dovere gestire tutte le colossali contraddizioni presenti dentro la coalizione del campo largo, oltre che all'interno dello stesso Partito Democratico pieno zeppo di correnti avverse alla segretaria, Schlein individua nell'alleanza di centrodestra un gruppo politico in cui ci sono "divisioni enormi, continuano a litigare tra di loro tra ricatti e veti incrociati". E davanti a questa destra "ossessionata dal potere che ha aumentato l'austerità e le disuguaglianze", l'unica soluzione è l'unità, con un promessa: "Comporremo le differenze, non le enfatizziamo. È un dovere verso i cittadini".
E in questo senso indica nel pacchetto unitario alla manovra - dove vengono riproposte salario minimo, congedo paritario e stabilizzazione di 12mila precari della giustizia - la dimostrazione di
compattezza verso una proposta alternativa. Sarà, ma intanto la leadership del centrosinistra non è stata ancora trovata. Giuseppe Conte scalpita e alle prossime elezioni politiche manca solo un anno e mezzo.