Boom di sbarchi e ora si temono jihadisti infiltrati tra i migranti

Il ministro dell'Interno Piantedosi illustra alla Camera come il governo intende muoversi contro l'eccezionale incremento del fenomeno migratorio, senza sottovalutare ciò che è successo a Bruxelles

Boom di sbarchi e ora si temono jihadisti infiltrati tra i migranti
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L'attentato terroristico di ieri a Bruxelles messo in atto da un fanatico islamico ha riportato il cuore dell'Europa nella paura. In questo senso il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, ha messo tutti in guardia riguardo al conflitto in corso in Medio Oriente che "reca con sé anche il rischio di innescare radicalizzazioni islamiste come solo pochi giorni fa è avvenuto in Francia con l'assassinio di un insegnante da parte di un fanatico islamista e ieri sera a Bruxelles con l'uccisione di due cittadini svedesi". Il titolare del dicastero del Viminale ne ha parlato durante un'informativa urgente del governo alla Camera dei Deputati in ordine all'eccezionale incremento del fenomeno migratorio, con particolare riguardo alla situazione di Lampedusa.

Piantedosi sottolinea come "uno dei principali fattori scatenanti dei flussi migratori è costituito dai conflitti armati. E in questo momento alle porte dell'Europa ce ne sono due: la guerra in Ucraina e il conflitto israelo-palestinese, entrambi incerti e suscettibili di provocare un impatto sulle dinamiche dei flussi". In ogni caso, al momento, "non risultano evidenze concrete e immediate di un rischio terroristico per quanto riguarda l'Italia, ma la situazione è tale da richiedere un elevatissimo livello di attenzione, in quanto la minaccia terroristica si presenta spesso in maniera impalpabile, fluida, non sempre definibile a priori".

Ad oggi quest'anno sono arrivate via mare 140.586 persone, mentre nello stesso periodo degli anni 2021 e 2022 ne erano arrivate, rispettivamente, 49.764 e 75.833. Questo perché "da molti mesi stiamo subendo una fortissima pressione migratoria attraverso il Mediterraneo centrale, diretta verso l'Italia e quindi verso l'Europa", spiega nell'Aula di Montecitorio il ministro Piantedosi, secondo il quale l'aumento del flusso proveniente dalla Tunisia è circa il 376% rispetto all'anno scorso (con 91.000 migranti sbarcati), mentre si osserva una diminuzione di quello proveniente dalla Libia di circa il 4% (con 38.250 migranti).

"Anche sulla base di questa evoluzione dei flussi migratori", dunque, "il Governo ha intensificato le relazioni bilaterali con la leadership tunisina facendosi interprete, in tutte le sedi internazionali, delle necessità di un Paese che vuole collaborare lealmente nella lotta all'immigrazione illegale ma è soffocato da una crisi economica fortissima. Credo - ribadisce l'ex prefetto - che sia interesse di tutte le parti realizzare rapidamente i contenuti dell’accordo stipulato tra Ue e Tunisia, nella conclusione del quale l'Italia ha giocato un ruolo determinante".

A proposito, poi, delle decisioni di alcuni tribunali che non hanno convalidato il provvedimento di trattenimento di alcuni migranti - tra cui la "celebre" sentenza della giudice Iolanda Apostolico - l'esecutivo impugnerà tali decisioni "nella ferma convinzione, avvalorata dalle valutazioni dei nostri esperti e dalle continue interlocuzioni che sto avendo a Bruxelles, che le norme in questione siano pienamente coerenti con la cornice giuridica europea di settore e con la Costituzione".

Piantedosi non ha dubbi in merito: "I provvedimenti del governo sono infatti ponderati nell'ambito della cornice europea, in un bilanciamento tra esigenze di sicurezza e rispetto dei diritti fondamentali delle persone, e continueranno ad esserlo".

Adesso - conclude - "chiediamo che l'Unione europea ci supporti con risorse finanziarie straordinarie" per l'incremento dei Centri per i rimpatri per la cui realizzazione. "Si tratta, infatti, di strutture che tornano a beneficio dell'intera Unione e i cui oneri, quindi, non è ragionevole che siano sostenuti dai soli Stati maggiormente esposti agli arrivi".

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