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"Scemenze", "Schiavo di Putin". Lite in diretta tra Di Battista e Bocchino

L'ex grillino si scaglia contro Crosetto sul timore dell'opposizione giudiziaria: "Atteggiamento patetico". Il giornalista lo incalza: "Sei a favore di una dittatura in Italia?"

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L'allarme lanciato da Guido Crosetto su un ipotetico piano delle toghe per fermare il governo Meloni ha innescato una duplice reazione: da una parte il centrodestra si è mostrato consapevole della possibilità di inchieste in arrivo in vista delle elezioni europee del prossimo anno; dall'altra la sinistra ha accusato la maggioranza di ricorrere a complotti e di essere affetta dalla sindrome di accerchiamento. Il tema ha scatenato un duro botta e risposta in occasione dell'ultima puntata di Dimartedì, programma condotto da Giovanni Floris in onda su La7.

In studio Alessandro Di Battista si è mostrato assai critico verso l'operato dell'esecutivo di centrodestra, mettendo nel mirino quelli che dal suo punto di vista sono fallimenti in campo di immigrazione, sicurezza, giustizia, politica estera e postura nell'ambito della guerra tra Ucraina e Russia. "Il Pil della Russia è cresciuto più del Pil della Germania, della Francia e dell'Italia", ha affermato l'ex grillino. Un'uscita che ha innescata l'immediato intervento di Italo Bocchino, che ha così incalzato il suo interlocutore: "Quindi sei a favore di una dittatura in Italia?".

L'uscita del giornalista ha indispettito Di Battista, che ha voluto sferrare un attacco frontale per replicare all'interrogativo ricevuto sul suo conto: "Ancora con 'ste scemenze da asilo Mariuccia?". L'ex esponente del Movimento 5 Stelle ha accusato il centrodestra di non essere in grado di argomentare: a suo giudizio tutto ciò sarebbe alla base del timore paventato relativo a una possibile opposizione giudiziara che potrebbe adoperarsi per tentare di far cadere giù il governo guidato da Giorgia Meloni. "È patetico questo atteggiamento", ha tuonato Dibba. A cui è seguita la risposta in tempo zero da parte di Bocchino: "Sei schiavo di Putin".

Davvero si tratta di complotti o alibi? Davvero il ministro Crosetto ha ritenuto necessario affidare alla stampa le sue rivelazioni dopo aver fatto un brutto sogno nella notte? Oppure, in fondo, qualche elemento di realtà c'è e i segnali che stanno arrivando vanno proprio nella direzione indicata dal titolare della Difesa? Per molti un ipotetico agguato da parte di ambienti giudiziari nei confronti del governo di centrodestra per fermare la "deriva reazionaria" non sarebbe un fattore di novità: anzi, c'è chi si è stupito dello stupore di uno scenario del genere.

Una stagione che, secondo il sospetto di Crosetto, potrebbe essere aperta a ridosso delle elezioni europee. Il che, se confermato, sarebbe una stortura della democrazia in Italia. Quello paventato dal ministro non sembra essere un'opzione isolata: come riportato da Augusto Minzolini su ilGiornale in edicola oggi, uno dei più potenti ex ministri dei governi del centrodestra si è espresso in maniera molto chiara su questo tema. "Purtroppo i soliti ben informati prevedono che arriveranno i soliti avvisi di garanzia a membri dell'esecutivo o a persone vicine al Premier", è stata la sua rivelazione. Il rischio sarebbe un eventuale danno di immagine a discapito del malcapitato che magari risulterà essere innocente.

La riforma della giustizia non è più procrastinabile.

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